E-Book, Italienisch, 221 Seiten
Reihe: Minimum classics
Yates Una buona scuola
1. Auflage 2023
ISBN: 978-88-7521-976-5
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
E-Book, Italienisch, 221 Seiten
Reihe: Minimum classics
ISBN: 978-88-7521-976-5
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
In un'America alle soglie della seconda guerra mondiale, un romanzo crepuscolare sull'amore, la giovinezza, la crescita. Un collegio maschile del New England è il teatro delle avventure di William Grove - alter ego dell'autore - che cerca un riscatto dai soprusi dei coetanei affermandosi come reporter del giornalino scolastico; di Jack Draper, professore alcolizzato alle prese con i ripetuti tradimenti della moglie; e di Edith Stone, la figlia del preside, che si innamora del ragazzo più popolare della scuola. Le vite degli studenti e degli insegnanti si intrecciano in una tela imprevedibile, le cui maglie s'infittiscono via via che si avvicina l'ombra della chiamata alle armi. Originariamente pubblicato nel 1978, Una buona scuola mostra uno Yates che nel confronto con i temi dell'adolescenza trova la sua voce più nostalgica e, forse, più vera.
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Yates scritto da Yates
Profilo bio-bibliografico
, il quarto romanzo di Richard Yates, comincia così: «Né l’una né l’altra delle sorelle Grimes avrebbe avuto una vita felice, e ripensandoci si aveva sempre l’impressione che i guai fossero cominciati con il divorzio dei loro genitori». È difficile dire se in queste parole ci fosse un’eco di risentimento personale, se Yates pensasse a se stesso mentre narrava delle sorelle Grimes; in effetti i suoi genitori divorziarono molto presto, e la sua vita nel complesso fu tutt’altro che felice. Certo nelle sue opere i riferimenti autobiografici abbondano, voluti o no; tanto è vero che Blake Bailey, nella biografia (Picador, New York 2003), ha ampiamente mostrato che quasi ogni evento della vita di Yates è rintracciabile nei suoi romanzi e racconti. Una volta terminato il volume che ha in mano in questo momento, il lettore potrà rileggere questo profilo e togliersi lo sfizio di fare altrettanto.
Richard Yates nasce nel 1926 a Yonkers, nello stato di New York, da Vincent, aspirante tenore diventato rappresentante della General Electric, e da Ruth detta Dookie, scultrice sempre sul punto di sfiorare il successo. Tre anni dopo, Vincent se ne va lasciando moglie e figli (c’è anche una bambina) senza un soldo; ma Dookie, pur tirando avanti alla meno peggio, cerca di far frequentare ai figli scuole e ambienti che facciano di loro delle persone raffinate.
Nel 1944, subito dopo il diploma, Richard viene arruolato e spedito in Francia, dove tenta in ogni modo di farsi onore. Alla fine della guerra viene trasferito in Germania con le forze di occupazione, e poi congedato nel 1946; nel frattempo ha cominciato a leggere, e ha scoperto Wolfe, Hemingway, Eliot e soprattutto , che riterrà sempre, insieme a , il libro-chiave della tecnica narrativa («Se non ci fosse stato un Fitzgerald», dirà in seguito, «non credo che sarei mai diventato uno scrittore»). Conseguenza del servizio militare è una lieve forma di tubercolosi. Torna a New York, si sposa; nel 1951 una piccola pensione assegnatagli dall’esercito per la malattia contratta in servizio gli consente di tornare in Europa, dove per due anni e mezzo si dedica alla scrittura a tempo pieno.
Nel 1954, rientrato in America, lavora per la United Press, quindi passa a scrivere comunicati pubblicitari per la Remington Rand; infine tiene il suo primo corso universitario alla New School, dove nasce la lunga amicizia con Kurt Vonnegut. Purtroppo tutti questi tentativi di sbarcare il lunario in maniera dignitosa non valgono a salvare il matrimonio già in crisi, che finisce con un divorzio nel 1959.
Ma è finalmente giunto il momento che Yates si faccia valere sulla scena letteraria. Nel 1961 esce , il suo primo romanzo, accolto con grande entusiasmo dalla critica; sulla copertina spicca un elogio firmato da Tennessee Williams: «Se nella letteratura americana moderna ci vuole qualcos’altro per fare un capolavoro, non so proprio cosa sia». L’opera è finalista al National Book Award, insieme a di Joseph Heller e a di Walker Percy, che si aggiudicherà il premio.
L’anno successivo è la volta di , un volume di racconti che ottiene a sua volta critiche favorevoli; ma sul piano personale le cose non vanno altrettanto bene. Rimasto solo, Yates ormai beve senza ritegno; inoltre mette a dura prova i suoi polmoni già indeboliti fumando quattro pacchetti di sigarette al giorno, e comincia a soffrire di crisi depressive che col tempo andranno peggiorando.
Nel 1963 parte per Hollywood, dove John Frankenheimer gli ha proposto di sceneggiare un film (mai realizzato) tratto dal romanzo di William Styron. In seguito comincia a lavorare per il governo, scrivendo i discorsi del ministro della Giustizia Robert Kennedy. Dopo i fatti di Dallas si trasferisce nell’Iowa per tornare a insegnare, pur continuando occasionalmente a scrivere per il grande schermo. Negli anni seguenti sarà anche alla Columbia University e, per un breve periodo, ad Harvard e alla Boston University; malgrado la sua intima convinzione che la scrittura non si possa insegnare, avrà come allievi futuri scrittori del calibro di Andre Dubus, Mary Robison, Tony Earley e John Casey, tra gli altri.
Yates si risposa nel 1968, ma neanche questo matrimonio ha vita facile: i problemi fisici e mentali, il suo carattere testardo e irascibile (arriverà a minacciare di morte Gordon Lish, il futuro editor di Raymond Carver, che ha rifiutato un suo manoscritto) gli renderanno impossibile, anche in seguito, mantenere una relazione stabile e metteranno a dura prova l’amicizia di quelli che gli sono rimasti accanto. Nel 1969 appare . «Immagino che si trattasse della sindrome del secondo romanzo», dirà in seguito. «Per quel libro mi ci sono voluti sette anni, e alla fine hanno dovuto strapparmelo da dentro». I protagonisti del romanzo sono Robert Prentice, un ghost writer insoddisfatto, e sua madre Alice, artista più illusa che delusa; entrambi ricordano i Wheeler di , con le loro aspirazioni a una vita intellettuale «interessante», ma anche Richard e Dookie Yates. Il libro ottiene blandi elogi, ma le vendite non vanno bene.
Nel 1974 anche il secondo matrimonio di Yates è finito. Ai problemi personali e di salute si aggiungono quelli economici, che continueranno finché, a metà degli anni Settanta, l’editore Seymour Lawrence non accetterà di corrispondergli uno stipendio mensile. L’accordo darà i suoi frutti: sei libri in poco più di un decennio, anche se nel frattempo l’alcolismo e la depressione peggiorano.
esce nel 1975, e non viene considerato all’altezza delle opere precedenti; molti critici danno per conclusa la sua carriera letteraria. E invece l’anno dopo Yates stupisce tutti dando alle stampe , considerato una delle sue prove migliori. Anche questo romanzo è segnato da una forte connotazione autobiografica; in seguito, Yates confesserà di essere riuscito a descrivere così bene le sorelle Grimes e il loro mondo perché è una delle sorelle (tra l’altro, il soprannome della loro madre è Pookie). Due anni dopo è la volta di ; la delicatezza di questo breve romanzo, dissimile da tutte le opere precedenti, viene frettolosamente scambiata per inconsistenza. Ancora una volta il testo è ispirato alla vita dell’autore: per Yates come per i suoi personaggi la famiglia è il fulcro dell’esistenza, il principio e la fine di ogni cosa. Una volta Elizabeth Cox, che Yates ha aiutato nell’editing del suo primo romanzo , gli dice, come per scusarsi: «Non scrivo altro che della famiglia». «Non c’è altro di cui scrivere», risponde lui.
Trasferitosi a Boston, ridimensiona il consumo di alcol. Nel 1981 la raccolta esce quasi in contemporanea con di Raymond Carver, e le affinità di stile e di temi appaiono evidenti; è chiaro che Yates ormai è un maestro, e alla sua scrittura «seminale» cominciano a ispirarsi gli scrittori americani moderni. Il libro vende abbastanza bene, grazie anche alla crescente popolarità della short story; ma la salute dell’autore va sempre più declinando. Nel 1984 viene pubblicato , un romanzo i cui protagonisti, Michael e Lucy Davenport, sono ancora una volta una coppia che coltiva aspirazioni intellettuali ma che finisce per arenarsi nel regno della convenzionalità suburbana. Le vendite sono scarse.
Quando nel 1986 esce , il suo settimo romanzo accolto da critiche contrastanti, Yates sta già lavorando all’ottavo, , ispirato al periodo in cui scriveva per Robert Kennedy. Qualche anno dopo le sue opere conoscono un momento di rivalutazione: nel 1989 la Vintage decide di ripubblicare , e . In questo periodo Yates insegna alla University of Southern California; soffre di enfisema ed è costretto ad assumere una quantità di farmaci, ma questo non gli impedisce di continuare a fumare come prima (e di causare qualche incendio occasionale: l’appartamento dove risiede viene distrutto dalle fiamme, e lui riesce perfino a darsi fuoco alla barba in un ristorante).
Nel 1991 si stabilisce a Tuscaloosa per insegnare alla University of Alabama, ma soprattutto per dedicarsi completamente ad ; vi lavora con grande meticolosità, perché si rende conto che sarà il suo ultimo libro. Il lavoro è rallentato dalla malattia, che gli permette di scrivere solo una o due ore al giorno.
Nel 1992 viene ricoverato per un piccolo intervento chirurgico e muore per complicazioni postoperatorie, lasciando incompiuto. Il manoscritto a cui aveva lavorato per sei anni rimane inedito (tranne che per un frammento pubblicato dalla rivista newyorkese ), e a tutt’oggi non si sa se esista ancora.
Nel 2001, dopo quasi un decennio di silenzio sulla sua opera, il recupero di Richard Yates parte dal , su cui escono due suoi racconti. L’aspettativa dei lettori è stimolata, e il successo di




