Vertorano | A domanda rispondo | E-Book | www2.sack.de
E-Book

E-Book, Italienisch, 192 Seiten

Reihe: cronache

Vertorano A domanda rispondo

Divertimenti e ambasce di un autore di quiz
1. Auflage 2025
ISBN: 979-12-5480-200-7
Verlag: Nottetempo
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

Divertimenti e ambasce di un autore di quiz

E-Book, Italienisch, 192 Seiten

Reihe: cronache

ISBN: 979-12-5480-200-7
Verlag: Nottetempo
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark



Milionari, ghigliottine, ruote della fortuna. Siamo un popolo di santi, poeti e giocatori. Sono tantissimi gli italiani che ogni giorno, davanti al televisore, seguono e si cimentano nei quiz. Molti di loro si interrogano pure sul lavoro di chi li crea. Cosa significa scrivere per un quiz televisivo? Quali sono le domande che funzionano e come vengono trovate? Come si fa a stabilire se una risposta è davvero giusta o sbagliata? Armando Vertorano, autore e domandiere da anni, svela i segreti di un mestiere che, pur suscitando molta curiosità, è poco conosciuto. Lo fa intrecciando il racconto vivace del lavoro quotidiano in redazione e in studio con un'originale prospettiva che ripercorre la storia del quiz in Italia, dagli albori di Lascia o raddoppia? all'influente innovazione di Rischiatutto fino ai programmi in onda oggi come L'Eredità. Scopriremo che 'lo spettatore da casa non sempre ne è apertamente consapevole, ma ogni gioco è una forma di racconto. Se un telequiz fosse un film, le domande sarebbero la sua sceneggiatura'. Vedremo come si evolvono i quesiti nel tempo, riflettendo i cambiamenti sociali e culturali, e come il concorrente si è trasformato da esperto depositario di un sapere enciclopedico a persona comune con cui il pubblico può identificarsi. Giocando a propria volta. A domanda rispondo è un'esplorazione del legame invisibile che unisce chi domanda, chi risponde e chi guarda, un viaggio dietro le quinte che svela i segreti di un genere tanto amato quanto longevo e capace di rinnovarsi.

Armando Vertorano è nato a Nocera Inferiore (SA) nel 1980. È autore televisivo, sceneggiatore, scrittore. In tv ha lavorato prima come redattore e poi come autore per numerosi quiz, tra cui Avanti un altro!, Caduta libera e L'Eredità, e per varietà di prima serata come Scherzi a parte, Music e Top Dieci. Scrive recensioni e articoli di approfondimento culturale per diverse testate online ed è attivo nei podcast Cover the Top e Se telefonando.
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Autoren/Hrsg.


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2. Le domande sono sempre state le stesse?


1957

Prima edizione di Lascia o raddoppia?, Programma Nazionale.

Anita Todesco, una ragazza fresca di laurea al Centro Sperimentale di Cinematografia, si presenta come esperta di un argomento decisamente singolare: il duello, le questioni cavalleresche.

Tra le domande che Mike Bongiorno le porge c’è questa:

Una gentildonna fiorentina, una sera del marzo 1841a Monaco di Baviera ammonì con aspre parole un tedesco che chiamava gl’italiani “suonatori di chitarra pigri e vili”. Il tedesco, che era un ufficiale dell’esercito imperiale, rispose ridendo di non potersi cimentare con lei, perché di sesso diverso. Ma la donna, in nome dell’onore, lanciò la sfida tacciando l’ufficiale di vigliaccheria. Il duello avvenne. Chi era la gentildonna e come finì il duello?

La signorina Todesco risponde correttamente. Si trattava di Elena Maria Vespucci, discendente del più celebre navigatore Amerigo. Il duello finì con la morte del tedesco, colpito in fronte da un colpo di pistola1.

1971

Prima puntata della seconda edizione di Rischiatutto, Secondo Programma.

Il campione in carica Giuseppe Nicoletti è in cabina insieme ai suoi due sfidanti. Siamo nella fase centrale del gioco, quella in cui ogni concorrente deve scegliere dal tabellone elettronico una delle materie disponibili e il valore della domanda. Nicoletti sceglie Milano da 30.000 lire.

Mike Bongiorno mostra la foto di un vigile urbano con in mano il libretto delle multe.

È un vigile milanese con un atteggiamento… be’ qui mi dicono con un atteggiamento insolito, io non direi tanto insolito, perché in questi ultimi tempi i vigili milanesi sono diventati un po’ severi… Dunque noi vogliamo sapere come vengono bonariamente soprannominati dai milanesi, i vigili urbani della loro città.

Né il campione né gli sfidanti conoscono la risposta. Mike reagisce con stupore.

Eeeh non è possibile! La risposta è “ghisa”! Eh ma tutti i milanesi sanno che abbiamo il ghisa qua! Sapete perché li chiamano ghisa? (Legge.) Dai tubi di stufa di ghisa assomiglianti al loro primo cappello. Ecco perché i vigili di Milano vengono chiamati ghisa. Comunque tra parentesi vengono anche soprannominati… lo dico a beneficio dei milanesi, così domani quando andate per le strade di Milano li potete chiamare anche “cappella”, “sorveglia”, “urbani” o “domadòr”. Ecco, questi sono i soprannomi che vengono dati ai nostri vigili. E mi raccomando, vigili milanesi, non vi voglio più vedere con quel librettino in mano, eh2?

1989

Ottava stagione del Pranzo è servito, Canale 5.

Il pubblico ancora non lo sa ma sarà l’ultima condotta da Corrado. Siamo al termine della puntata, alle cosiddette domande finali che, in questa edizione, il conduttore legge su cartoncini a forma di piatto. A rispondere è una simpatica donna toscana, la signora Nannelli.

corrado: “In Australia mietono il grano nel mese di gennaio. Mi sa dire perché?”

nannelli: “Perché farà caldo?”

corrado: “Cioè perché…?”

nannelli: “Perché è la stagione… come da noi… si miete a sett– Aspetta eh… La stagione nostra, là, eh… Chiaramente cambia il fuso orario… Quindi…”

corrado: “È l’altro emisfero…”

nannelli: “Un altro emisfero, sì”.

corrado: “Per cui l’inverno là è estate eccetera…”

nannelli: “Sì”.

corrado (rivolto agli autori): “Gliela diamo buona?”3

1995

Il programma è Luna Park, Rai 1.

Una coppia di concorrenti è di fronte alla Zingara. Scelgono una delle carte coperte sperando di non incappare nella temuta Luna Nera, che metterebbe termine al gioco. La prima scelta va bene, la carta pescata è l’Eremita. Per ottenere la cifra in palio però devono rispondere all’enigma della Zingara, quasi un oracolo:

Rampollo coccolato e prediletto, figlio di che gallina viene detto? (I concorrenti Gianluca e Daniela sono un po’ indecisi, la conduttrice Mara Venier cerca di aiutarli a indovinare: “È un modo di dire, quando si dice ‘che te credi, il figlio della…?’” Qualche secondo dopo la risposta arriva.)

Bianca4!

2004

Chi vuol essere milionario?, Canale 5.

Siamo all’apice tensivo del programma, un momento che si verifica raramente. Non tutti infatti arrivano alla domanda finale, quella che vale il milione di euro promesso dal titolo. Davide, 22 anni, ci è arrivato e decide di tentare il colpaccio.

Un’unica nota grave, tenuta fissa e lunga in sottofondo conferisce una certa sacralità a quanto sta accadendo. Gerry Scotti legge la domanda che appare in grafica nella parte bassa del teleschermo, a beneficio dei telespettatori.

gerry: “Al nome di quale scienziato è legato quello di Kant nella formulazione di una teoria sul sistema solare? a) Laplace b) Lavoisier c) Faraday d) Gauss”.

(Il ragazzo non si dimostra a digiuno di scienze, inizia anzi un lungo ragionamento che lo porta dapprima a escludere Lavoisier e Gauss, e in seguito a dare la sua risposta.)

davide: “Laplace”.

gerry: “La accendiamo?”

davide: “La accendiamo”.

Tutti ora pendono dalle labbra del conduttore. Scotti imbastisce non senza maestria un discorso che tiene il pubblico in uno stato di massima allerta. In realtà tutti hanno già intuito che Davide ha vinto il milione, attendono solo il via libera di Gerry per poter finalmente esplodere. E la conferma arriva, la lucina verde si accende sull’opzione corretta. Un boato riecheggia all’interno dello studio. Il ragazzo si porta una mano alla testa, incapace di parlare, immobilizzato dall’emozione5.

2017

L’Eredità, Rai 1.

Carlo Conti sta conducendo il Triello, una sfida tra gli ultimi tre concorrenti rimasti in gara e che si giocano l’accesso alla famigerata Ghigliottina finale. La concorrente di turno, Giovanna, ha scelto la categoria Cucina, la grafica rivela che la domanda a cui dovrà rispondere vale 10.000 euro.

Se impiegato nella preparazione di un sugo, quale ingrediente andrebbe aggiunto solo a fine cottura?

a) Pancetta b) Aglio c) Capperi d) Pomodorini

Giovanna teme di sbagliare: “Nonna mi picchia,” dice. Prova con l’aglio.

“La nonna ti picchia,” scherza il conduttore: la risposta è sbagliata.

A indovinare è un’altra delle tre sfidanti, Elena, che tra le opzioni sceglie “Capperi”. Conti sorridendo rivela che i capperi, se messi nel sugo troppo presto, rischiano di perdere il loro sapore e diventare amarognoli6.

Questa breve carrellata ci permette di gettare un primo sguardo, sommario ma già rivelatore, su come si sia evoluta la scrittura delle domande nell’arco di settant’anni di telequiz. Non è semplice analizzare questa metamorfosi nel dettaglio, i programmi sono stati tantissimi e la storia del quiz, come quella di ogni prodotto culturale, è discontinua, fatta di poderosi balzi in avanti e timorosi passi indietro. Può essere però interessante soffermarsi su alcuni passaggi cruciali, format di grande successo in cui gli scarti rispetto al passato sono maggiormente visibili. Le graduali modifiche, avvenute nel corso di decenni, riguardanti la costruzione dei meccanismi di gioco, la stesura delle domande e l’atteggiamento dei conduttori rappresentano, o meglio riflettono, il cambiamento delle abitudini e dei gusti dei telespettatori.

Il quiz, come genere, ha sempre dimostrato una straordinaria capacità di adattamento, trasformando in spettacolo e allo stesso tempo registrando il rapporto degli italiani con il sapere e la loro attitudine al gioco, al passatempo. Se è vero che il quiz associa la conoscenza a una dimensione ludica, va sottolineato anche come esso stesso abbia bisogno d’imparare sempre qualcosa dal suo pubblico: è dall’attitudine di chi guarda, dal livello culturale medio, dal momento storico in corso che i giochi traggono la loro forma e i loro contenuti. Utilizzando allora le domande come punto di vista – sicuramente parziale ma allo stesso tempo inedito – è possibile ottenere un curioso spaccato sulla cultura di massa nell’Italia degli ultimi settant’anni, con un particolare accento sulla percezione, a livello di spettatore medio, di cosa è colto e cosa no. Il diffuso adagio secondo cui guardando i quiz s’impara sempre qualcosa di nuovo...



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