E-Book, Latin, Italienisch, 377 Seiten, Format (B × H): 155 mm x 230 mm
Reihe: ISSN
Vannini Petronii Arbitri "Satyricon" 100-115
1. Auflage 2010
ISBN: 978-3-11-024092-4
Verlag: De Gruyter
Format: PDF
Kopierschutz: 1 - PDF Watermark
Edizione critica e commento
E-Book, Latin, Italienisch, 377 Seiten, Format (B × H): 155 mm x 230 mm
Reihe: ISSN
ISBN: 978-3-11-024092-4
Verlag: De Gruyter
Format: PDF
Kopierschutz: 1 - PDF Watermark
Petrons Roman zählt zu den einflussreichsten Texten der westlichen Literatur. Diese kritische Edition und kommentierte Ausgabe einer der zentralen Passagen des Werks - der Seereise - leistet einen wichtigen Beitrag zur Rezeption des als Ganzem und dient zudem als elementares Werkzeug für alle an der antiken Erzählkunst Interessierten. Die Arbeit umfasst darüber hinaus eine allgemeine Einführung, eine Studie zur Erzählung von der Witwe von Ephesus und einen aktuellen Überblick über die Texttradition. Sie schließt mit einem umfangreichen Indizes.
Zielgruppe
Wissenschaftler, Bibliotheken, Institute
Autoren/Hrsg.
Fachgebiete
Weitere Infos & Material
1;Premessa;6
2;Sommario;8
3;Aspetti generali;12
4;La novella della matrona di Efeso;32
5;La tradizione del testo;48
6;Criteri utilizzati nel testo critico e nel commento;71
7;Conspectus siglorum;73
8;Explicatio notarum;75
9;PETRONII ARBITRI SATYRICON;76
10;COMMENTO;100
11;Appendice;316
12;Abbreviazioni bibliografiche;320
13;INDICI;336
Il Sat. ci è pervenuto solo parzialmente e in forma frammentaria. Le prime significative tracce lasciate dal testo nell’alto medioevo sono per lo più riconducibili agli ambienti scolastici dell’Africa dove, verso la fine del regno dei Vandali, Fulgenzio († 532), e forse chi redasse collezioni florilegistiche poi confluite nell’Anthologia Latina, potevano consultare un testo certamente più ampio di quello che possediamo oggi, preservandoci l’uno brevi citazioni (fra cui i frr. 6–13 e 25), gli altri 26 carmi altrimenti ignoti (frr. 26–51). Dopo un secolo, indizi della presenza del testo ricompaiono nella Spagna visigotica, dove Isidoro di Siviglia († 636) inserisce nelle Etymologiae citazioni che potrebbero derivare da una versione più completa (test. 6 e fr. 14), e dove l’autore dell’Ars grammatica solitamente attribuita a Giuliano, vescovo di Toledo, cita un verso (14, 2 v. 5; cf. test. 7) di un carme contenuto, insieme a 83, 10 e ai frr. 42–43, anche nel cod. Leidensis Vossianus lat. F. 111, scritto a Lione ma contenente testi di probabile provenienza toledana. In un elenco risalente all’XI sec. di libri appartenuti a Wulfhad, arcivescovo di Bourges a partire dall’866 († 876), fa la sua comparsa, per la verità insieme a scrittori ecclesiastici, un Petronius. È incerto se queste testimonianze rispecchino, anche in modo approssimativo, un reale tragitto compiuto dal testo. Ad ogni modo, nel IX sec. quanto restava del Sat. (l’archetipo?) doveva trovarsi in Francia, forse ad Auxerre, e fu in seguito conosciuto anche ad Orléans o comunque nei luoghidove fu compilato il florilegium Gallicum. L’archetipo doveva contenere soltanto una parte del Sat. (forse la seconda metà, v. sopra, p. 7) e ad esso si fanno risalire, più o meno direttamente, quattro fonti principali: O L H.
1. Gli excerpta brevia (O)
La prima fonte, indicata con la sigla O, è rappresentata dai cosiddetti excerpta brevia o vulgaria, conservati nei manoscritti più antichi che vanno dal IX al XII sec.: B R P cui si aggiunge Mz per i capp. 111–112. Si tratta di frammenti più brevi, che evitano scrupolosamente i passi che trattano dell’amore omosessuale, e che riproducono soprattutto parti in poesia, disquisizioni di critica letteraria, scene dialogate e tutta la novella della matrona di Efeso. Chi ha operato la selezione (forse ad Auxerre), risalente a non oltre la prima metà del IX sec., ha spesso ricucito i brani in forma il più possibile continua senza alcuna indicazione di lacuna, tanto che in alcuni casi, senza le altre fonti, non saremmo in grado di scorgere le suture. In molti casi l’excerptor sembra passare da un brano all’altro connettendoli per somiglianza tematica, realizzando una sorta di composizione a ‘domino’; talora tralascia brevi periodi senza compromettere l’intelligibilità di una scena (cf. 110, 4–5), talora taglia il testo preoccupandosi di nascondere la sutura (cf. 96, 7–108, 11), talora interviene con impercettibili modifiche per aggiustare la riduzione (cf. 18, 5 si inquit non; meno probabilmente 109, 6 ergo; forse 118, 1 inquit Eumolpus).