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E-Book

E-Book, Italienisch, 300 Seiten

Reihe: add saggistica

Tranquillo Time out

Ascesa e caduta della Mens Sana o dello sport professionistico in Italia
1. Auflage 2019
ISBN: 978-88-6783-243-9
Verlag: ADD Editore
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

Ascesa e caduta della Mens Sana o dello sport professionistico in Italia

E-Book, Italienisch, 300 Seiten

Reihe: add saggistica

ISBN: 978-88-6783-243-9
Verlag: ADD Editore
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark



La Mens Sana Siena ha dominato gli anni Duemila del basket italiano, periodo in cui ha vinto scudetti, coppe Italia, supercoppe, una coppa europea e ha partecipato a quattro final four di EuroLega. A capo di questa potente macchina c'era Ferdinando Minucci, prima esperto di marketing e di comunicazione, poi general manager e presidente della corazzata senese. Nel maggio del 2014, in procinto di diventare presidente della Lega di Serie A, nell'ambito dell'operazione Time-out un'ordinanza lo costringe agli arresti domiciliari. Due mesi dopo, su istanza della Procura, verrà dichiarato il fallimento della società che, nel frattempo, era andata vicina a un altro miracoloso scudetto. Negli anni dello scandalo Monte Paschi (banca legata a filo diretto con la squadra), le indagini scavano nel giro di denaro che ruotava attorno al basket, sullo sfondo di un sistema fatto di politica, poteri forti e finanza. Flavio Tranquillo racconta questa storia mettendo insieme gli avvenimenti, gli atti e le parole dei protagonisti, per dare a tutti la possibilità di costruirsi un'opinione. Dal campo e dalle magie dei campioni, il libro arriva alle aule dei tribunali, ai bilanci non veritieri, alle responsabilità di media e istituzioni sportive. Senza fermarsi a Siena, ma aprendo uno squarcio sullo sport professionistico in Italia. 'A un certo punto vi verrà voglia di rifugiarvi sotto canestro, ma purtroppo non si può: sarebbe un tradimento nei confronti del Gioco, perché ricostruire il passato è l'unica maniera per cambiare il futuro.'

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Flash Forward


Jim Valvano

Il lieto fine è garantito nelle favole, e in qualche film. Nella vita no, quella dopo alcuni alti e bassi finisce. La vita sportiva di Mens Sana Basket (Msb) è finita il 25 giugno 2014, al PalaEstra di Siena, in viale Achille Sclavo. Certo, 48 ore dopo i biancoverdi hanno perso la finale al Forum di Assago, ma il sipario si era già chiuso quel giorno, alla fine di gara-6. Una partita degna del grande cinema, di cui vale la pena rivivere la conclusione fotogramma per fotogramma.

A 2:06 dal termine, Curtis Jerrells sigla il 72-70. A 1:09, MarQuez Haynes pareggia. Poi non segna più nessuno, la tensione è spasmodica. La Milano di Banchi, ex Mens Sana, perde palla per un fallo in attacco. La Siena di Crespi, ex Olimpia, ha una rimessa laterale a 35 secondi dalla fine che potrebbe darle l’ottavo scudetto consecutivo, il nono dal 2004. Sarebbe il più incredibile di tutti, perché coinciderebbe con la fine della società, già condannata al fallimento. Janning rimette e torna a prendersi il pallone, gioca un con Othello Hunter e poi esegue un consegnato in palleggio per Haynes. Othello sale a bloccare ancora, la difesa milanese raddoppia. Hunter taglia profondo e riceve all’altezza della lunetta, dando la schiena al canestro. Dopo un attimo di esitazione, si gira e attacca bene il ferro. Moss, ennesimo ex, aiuta. Hunter riapre per Janning, che depista il recupero di Gentile con una finta ed esegue un palleggio-arresto-tiro che ha trasformato mille volte. Mentre la palla è in volo, il tempo sembra bloccarsi. La sfera tocca il primo ferro, poi il secondo, prima di impennarsi. Tante volte, in casi del genere, quella dispettosa si infila nel canestro, dritta e beffarda. Non questa volta, però. Moss taglia fuori Ress, Melli controlla il rimbalzo e serve Jerrells. Gentile si ferma, convinto che il compagno stia per passargli un pallone cui ritiene di avere diritto. Invece, il numero 55 si sposta caracollando sul lato. A sette secondi dall’, il figlio di Nando fa grandi gesti verso il cronometro, come a dire: «Dammela adesso, che poi non c’è più tempo!». Jerrells lo guarda, ma decide di tenersi quel pallone che vale uno scudetto. Va verso la linea laterale, fa un palleggio forte con la mano sinistra ed esegue un arresto e tiro più contestato di quello di Janning. Stavolta, però, la sfera beffarda trova subito il fondo della retina, insaccandosi mentre suona la sirena. 74-72 EA7, non la fine di una partita ma di un’era. Dietro al canestro del destino campeggia uno striscione enorme con la scritta “La Mens Sana è una fede”. Sopra ce n’è uno più piccolo e recente, “La fede non si ruba”. Il cartello di un tifoso, invece, porta la scritta “Esclusi per manifesta superiorità”. Per capire gli ultimi due messaggi, servono almeno due antefatti.

Cinquecentoventi giorni prima dei tiri di Janning e Jerrells, il 22 gennaio 2013, «il Fatto Quotidiano» aveva titolato in prima pagina: . All’interno, l’articolo di Marco Lillo definiva «opaco e complesso» l’accordo segreto del 2009 tra la banca diretta da Giuseppe Mussari e la giapponese Nomura. Un’operazione che ha finito per causare a Monte dei Paschi (Mps) perdite superiori ai 500 milioni di euro, aprendo una lunga e dolorosa stagione. Quel 22 gennaio, il titolo perse quasi il 6%, e Mussari si dimise prima della mezzanotte dalla prestigiosa carica di presidente dell’Abi (Associazione bancaria italiana). Con una lettera, indirizzata al vice presidente vicario, ringraziava per la fiducia accordatagli. Quella missiva si concludeva spiegando come «rappresentare le banche in Italia nell’ottica di perseguire l’interesse generale del Paese» fosse stato per lui «un grande onore».

Quarantotto giorni prima di quei due tiri, alle sette del mattino dell’8 maggio 2014, gli ufficiali delegati della Guardia di Finanza avevano eseguito, presso il Royal Hotel Carlton di Bologna, una misura cautelare (arresti domiciliari) disposta dal Gip Ugo Bellini su richiesta del Pubblico ministero Antonino Nastasi. Suo destinatario, assieme a cinque persone, era Ferdinando Minucci, allora sessantunenne. Per il di Msb, in attesa di prendere possesso della presidenza di Lega Basket, le accuse erano di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, bancarotta fraudolenta e false comunicazioni sociali. Questo è il testo della lettera che Minucci, parlando lui pure di e , indirizzò sette giorni più tardi ai club.

Il 4 luglio 2014, il Tribunale fallimentare di Siena, su istanza della Procura, dichiara il fallimento di Msb, partecipata all’87% dalla Polisportiva Mens Sana 1871. Cinque giorni dopo Minucci, cui il Riesame aveva annullato a fine maggio i domiciliari mantenendo solo l’obbligo di dimora, rompe il silenzio con un’altra lettera, affidata all’Ansa dal suo legale Gian Piero Biancolella:

management management

L’accenno al «sistema che nel mondo dello sport professionistico è ben conosciuto» richiama l’intervento di Bettino Craxi alla Camera del 3 luglio 1992, quando l’allora segretario del Psi rivolse ai suoi colleghi, in un silenzio di tomba, la più clamorosa chiamata in correità della storia politica italiana.

Il mondo dello sport non ha ancora risposto a Minucci, come quello della politica non rispose a Craxi.

Nell’estate 2014, però, mentre l’infinita vicenda giudiziaria che la riguarda è già in corso da oltre due anni, i titoli di coda per Msb sono già andati in onda. Ad accompagnarli, quel 25 giugno, è la struggente colonna sonora eseguita dal pubblico del PalaEstra dopo il canestro di Jerrells. Un coro usato per anni come preludio della partita, che ora fa da epilogo (annunciato) a una storia lunga e gloriosa. Molti di quelli che cantano a squarciagola piangono, mentre con un misto di commozione e disperazione intonano parole che fanno venire i brividi, come l’urlo della Piazza dopo la mossa: «Nella...



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