Santini | Mosche | E-Book | www2.sack.de
E-Book

E-Book, Italienisch, 216 Seiten

Reihe: Amazzoni

Santini Mosche


1. Auflage 2024
ISBN: 978-88-6243-578-9
Verlag: Voland
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

E-Book, Italienisch, 216 Seiten

Reihe: Amazzoni

ISBN: 978-88-6243-578-9
Verlag: Voland
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark



Francesco Sforzi ha quarantasei anni, svolge un lavoro sottopagato e vive ancora con i genitori. Rabbioso, razzista, è convinto che il mondo sia in debito con lui. Nonna Margherita è il suo unico riferimento, ma da tempo è affidata alle cure di una struttura. Un giorno gli viene chiesto di ripulire la vecchia villa in cui la donna ha passato la vita, in modo che possa essere messa in vendita. Un luogo in cui sono custoditi cimeli di ogni tipo. Nel mettere in ordine, Francesco si imbatte in un segreto che ridisegna totalmente la verità sulla sua esistenza. E comincia uno strano ronzio, come di mosche, le stesse che invadono le stanze... Ma la rivelazione coincide con la rinascita: da rider rabbioso, Francesco diventa capolista di partito. Le sue ferree convinzioni generano voti a palate. Guidato da uno spin doctor senza scrupoli, si ritrova protagonista di una campagna politica di successo. Pillole, escort, post strategici, slogan discriminatori... Ecco la ricetta per prendere le redini del paese.

Nasce nel 1983 nella Maremma grossetana. È laureata in Psicologia. Collabora come editor e copywriter con alcune realtà editoriali. Molti dei suoi racconti sono usciti in raccolte e per riviste online. È cosceneggiatrice della serie tv interattiva Il confine di Moebius. Nel 2022 ha pubblicato per Edizioni e/o il romanzo 'L'osso del cuore'. Scrive per il cinema.
Santini Mosche jetzt bestellen!

Autoren/Hrsg.


Weitere Infos & Material


MENO CINQUE ORE
OGGI


Appena lo vedo mi dice: “Dovresti portarti dietro una pistola.” La sicurezza personale è illegale in questo paese.

Faccio mente locale su dove mi trovo: davanti a me mattoni a vista e un televisore al plasma che occupa gran parte della parete. C’è un ficus nell’angolo, vicino a una tenda grigia. Sul lato opposto sono appese delle stampe grafiche in bianco e nero. Sulla poltrona in pelle di fianco al tavolo di vetro tre cuscini a righe e un paio di boxer, i miei. A terra, sul tappeto maculato, una scarpa col tacco.

La temperatura nella stanza è ideale, una primavera immobile e senza vento. Il diffusore per ambienti vaporizza nebbiolina fitta al profumo di non so cosa. Sulla soglia c’è Lui: jeans, maglietta e stivali marroni. L’espressione è vagamente scoglionata mentre mangia un tramezzino tonno e maionese. Tramezzino per il quale probabilmente sarei disposto a sgozzare qualcuno. Ma cerco di non pensarci.

Ogni volta che apro gli occhi fatico a capire dove sono: non è un grosso problema, ho affrontato menzogne peggiori.

Il punto d’arrivo non può prescindere dal luogo di partenza. Anni di lavoro intenso. Anni illuminati. Ho cominciato dal basso, dal sudore, dalla fatica. Sacrifici, impegno, passione. Poi è arrivato Lui.

Magdalen è una figa spaziale. Gambe lunghe, capelli biondi. Bella in modo ovvio. Ognuno ha il suo lavoro, quello di Magdalen è questo.

“Oppure un teaser, non si sa mai” dice ancora Lui, poi spinge con il dito l’ultimo morso di tramezzino dentro la bocca. Si pulisce con il dorso della mano i residui di maionese.

Mi alzo dal letto. Vado verso la poltrona e mi infilo le mutande.

Le sue idee sono ottime. La sua presenza imprescindibile. È al mio fianco da anni ormai. Esisto grazie a Lui, anche se di fatto è come avere un auricolare con la voce di un suggeritore che ti dice sempre cosa fare: questo sì, questo no, ora sorridi, ora guarda a destra, non dimenticarti le pillole. Questo per tutto il giorno, tutti i giorni.

È un angelo custode, una mosca che ti ronza intorno in maniera insistente. Una forma di schizofrenia indotta.

Come si fa a sopravvivere con queste premesse?

Con questo brusio continuo è diventato impossibile anche solo fare colazione come cristo comanda.

Dice: “Non sarebbe meglio un frullato proteico?”

La scelta del cibo è fondamentale per avere un corpo forte, un aspetto sano, e nel mio caso la questione ha un certo peso.

Rovescio i cereali nella tazza, un bel po’ mi cadono a terra. Ogni volta che cambio posizione ne schiaccio qualcuno e lo scricchiolio mi infastidisce.

Lui si guarda intorno, afferra la borsetta di Magdalen e tira fuori un cellulare glitterato.

Magdalen costa duemila euro al giorno; se la vuoi solo per una cena, sono quattrocento euro. La cena gliela devi pagare extra, e lei, manco a dirlo, pasteggia solo con il Moët & Chandon.

In questo loft non ci sono marche. Il latte è in bottiglie di vetro, così come il succo di frutta e la salsa di pomodoro. Ogni cosa ha il suo contenitore neutro in stile eco-chic che piace tanto agli influencer su Instagram.

Apro il frigorifero. Lattuga, ravanelli, germogli di soia. Sono sicuro che le uova non hanno fatto in tempo a uscire dal culo della gallina che le hanno fatte passare in un calibro: sono tutte della stessa dimensione. Così come i ciliegini: strappati dal cesto di vimini di qualche contadinella sorridente e depositati nella ciotola stile natura-incontaminata; primo ripiano.

Se ti nutri in questo modo non sei un rottinculo figlio del consumismo; sei responsabile, etico, sano.

Tutto quello che mi viene offerto è biologico e a chilometro zero. Ma non è gratuito.

La Geagreen mi rifornisce per un mese ogni volta che un suo prodotto si intravede in un selfie o in un video su TikTok. Anche se non c’è il marchio in vista. Soprattutto se non c’è il marchio in vista che, parliamoci chiaro, è una cafonata. E io non sono certo un marchettaro che per due spicci si mette a tessere le lodi del prodotto di turno.

Sul cellulare mi arriva una notifica al secondo.

“Vai a farti una doccia, qua ci penso io” dice, e dà un’occhiata a Magdalen.

L’accordo prevede che Flavia, la mia assistente, dia indicazioni precise ogni volta che mi prenotano un appartamento. Stessa cosa per gli alberghi. Il cibo deve essere tutto Geagreen; poi aggiunge che si tratta di un’informazione riservata. Il termine “riservato” o la dicitura “con discrezione” sono garanzia assoluta di divulgazione – a patto che non ci sia un contratto cartaceo con penali da farti impiccare al palo più alto.

In breve tempo tutti hanno saputo che mangio solo Geagreen e l’azienda ha triplicato le vendite. I loro prodotti appestano ogni dispensa che tocco. Per ringraziarmi, una volta all’anno mi mandano quindici giorni in paradiso: sabbia bianca, palme, pesci grossi come comodini. All inclusive, ovviamente. Una volta mi hanno fatto trovare sul tavolo una riproduzione del Taj Mahal fatta con la frutta.

Sembra impossibile ma, a oggi, rimediare un hamburger unto e grondante di grassi saturi mi è più difficile che passare la notte con una come Magdalen. Rovinerei la mia immagine. Sputtanerei in un secondo tutti i soldi che gli sponsor sborsano per la campagna. E non posso permettermi di mandare al diavolo tutta la fatica che ho fatto per arrivare fino a qui.

Ci sono logiche alle quali non posso sottrarmi.

Lui mi fa: “Tra poco ti porteranno i vestiti per oggi.”

Non so nemmeno quanto tempo è che non carico una lavatrice. Le tintorie fanno a gara per lavarmi le mutande. Il mese scorso ho lasciato per sbaglio un paio di scontrini nella tasca dei jeans: hanno provato a rivenderli su eBay.

Che meraviglia questo stupendo paese del cazzo.

Magdalen non si sveglia. Nessuna di loro si sveglia mai quando non deve, questo perché prima di dormire facciamo il brindisi speciale. È un’idea di Lui: sonniferi. Così la mattina dopo abbiamo il tempo che ci serve per sistemare tutto. Niente di esagerato, niente di nocivo per la salute. Una mistura ponderata che cambia in base al peso (Magdalen, 53 chili). Una cosetta ben fatta, insomma. Nessun postumo, nessun giramento di testa, ottundimento o stordimento. Niente.

Le dosi le ha studiate Lui grazie agli appunti di nonna.

Un sacco di cose si basano sugli appunti di nonna.

La mia vita si basa su nonna.

La faccenda va guardata in questo modo: regalo alle mie donne a tempo determinato un bel po’ di ore di sonno sereno e profondo. È una cosa per la quale dovrebbero ringraziarmi: dormire tranquilli è un lusso per pochi, di questi tempi.

Mentre la bella di turno riposa, Lui di solito ne approfitta per controllare che non abbia fatto la furba con qualche foto rubata o qualche video inopportuno. Scatti del genere costano. Per demolire il lavoro di anni basta un secondo.

Non sniffo mai cocaina perché devo essere lucido.

Faccio sport perché devo essere atletico.

Non bevo alcolici prima di un evento importante.

Non assumo antipsicotici.

Solo colinergici, dopaminergici e serotoninergici confezionati in capsule dai nomi impronunciabili: Policaprina, Cipralex, Elopram, Pfizer. Ansiolitici a rotazione. Il tutto mischiato ad arte. Lui rompe le capsule, sminuzza le pasticche e calibra i dosaggi. Ha comprato uno di quei tritatutto a batteria, di quelli che cominciano ad appestarti il telefonino se per caso una volta clicchi sul link sbagliato, e dopo una settimana non funzionano più. Ne frulla una manciata, ci aggiunge qualche goccina magica. Il risultato: aumento e ottimizzazione delle performance. Effetti collaterali minimi.

Nonostante tutto Lui rimane, solo certe volte è più sbiadito e silenzioso. Quando succede è come prendere una vacanza dalle responsabilità, dalla mia missione. Spesso equivale al panico.

Per non fare la figura dello stronzo, in camera mi faccio portare delle bottiglie particolari. Champagne analcolico travasato in bottiglioni di Cristal, perché tanto quello che conta è l’apparenza, la confezione. C’è da dire che di solito le mie accompagnatrici sono talmente ubriache che non se ne accorgono.

Lui si avvicina alla finestra dal lato della cucina. Questo loft è enorme. Arredamento industrial. Tubi a vista in rame, ripiani in acciaio e legno scuro. Vetro. Orchidee.

Sposta la tenda per far entrare la luce del giorno e guarda il telefono di Magdalen. Sta cercando di intuire il pin sulla base delle impronte lasciate sullo schermo. Di solito funziona.

Sono le due del pomeriggio.

Mi tolgo le briciole di cereali dai piedi. Vado a farmi una doccia.

“Una elle” dice.

Mi tolgo le mutande mentre attraverso la camera da letto.

Lascio scorrere l’acqua.

Lui entra in bagno. “Il pin, dico. Si vede benissimo una strisciata a forma di elle. Uno-quattro-sette-otto e nove. Però manca un numero.”

Prova lo zero, penso.

“Lo zero” dice.

La doccia è perfetta.

Capisco quanto sono potente dal tipo di detergenti che trovo nei bagni degli alberghi. Un’ascesa lenta e inarrestabile: distributori a parete con bagnoschiuma dozzinali, poi campioncini monouso, infine linea dedicata in quantità ragguardevoli. Un’escalation di importanza.

Oggi è disponibile per me un cestino con prodotti vari, aroma ylang-ylang. Bagnoschiuma, shampoo, dopobarba, spugna, schiuma da rasatura, detergente intimo, crema per i piedi e olio per gambe stanche. Lozione viso, struccante, lamette usa e getta e piccolo kit da cucito.

Mancano una manciata di ore prima di andare in scena; so già che sarò impeccabile.

Non ho più...



Ihre Fragen, Wünsche oder Anmerkungen
Vorname*
Nachname*
Ihre E-Mail-Adresse*
Kundennr.
Ihre Nachricht*
Lediglich mit * gekennzeichnete Felder sind Pflichtfelder.
Wenn Sie die im Kontaktformular eingegebenen Daten durch Klick auf den nachfolgenden Button übersenden, erklären Sie sich damit einverstanden, dass wir Ihr Angaben für die Beantwortung Ihrer Anfrage verwenden. Selbstverständlich werden Ihre Daten vertraulich behandelt und nicht an Dritte weitergegeben. Sie können der Verwendung Ihrer Daten jederzeit widersprechen. Das Datenhandling bei Sack Fachmedien erklären wir Ihnen in unserer Datenschutzerklärung.