E-Book, Italienisch, 272 Seiten
Robinson Scuola creativa
1. Auflage 2017
ISBN: 978-88-590-1254-2
Verlag: Edizioni Centro Studi Erickson
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
Manifesto per una nuova educazione
E-Book, Italienisch, 272 Seiten
ISBN: 978-88-590-1254-2
Verlag: Edizioni Centro Studi Erickson
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
PhD, è stata una delle voci più influenti nel campo della creatività, dell'innovazione e delle risorse umane. Per dodici anni è stato professore di arte e educazione all'Università di Warwick, in Gran Bretagna, e poi professore emerito. Ha ricevuto lauree honoris causa da università statunitensi e britanniche, è stato insignito del Premio Athena dalla Rhode Island School of Design, della Medaglia Peabody per il contributo alle arti e alla cultura degli Stati Uniti, del Premio LEGO per l'impegno a livello internazionale nel campo dell'istruzione, della Benjamin Franklin Medal della Royal Society of Arts e del Nelson Mandela Changemaker Award. Ha collaborato come consulente per governi, aziende, sistemi educativi e di alcune delle organizzazioni no profit più importanti del mondo. Il suo rapporto All our futures: Creativity, culture and education (The Robinson Report) ha raccolto plauso internazionale. Il suo celebre TED Talk Do schools kill creativity è ancora oggi uno dei più visti nella storia, con più di 80 milioni di visualizzazioni. Si stima che sia stato visto da 400 milioni di persone di 160 Paesi diversi. Le sue opere sono state incluse nella lista dei best-seller del New York Times e il suo libro The Element: How finding your passion changes everything (The Element, con L. Aronica, Mondadori, 2012) è stato tradotto in 23 lingue. Nel 2003 la Regina Elisabetta II gli ha conferito il titolo di Cavaliere per i servizi resi alle arti e all'educazione. È morto nel 2020.
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Introduzione
Un minuto a mezzanotte
Sei preoccupato per l’istruzione? Io sì. Una delle mie più grandi preoccupazioni è il fatto che molte delle riforme che stanno cercando di rinnovare i sistemi d’istruzione in varie parti del mondo sono mosse da interessi politici e commerciali che distorcono il modo in cui le persone vere e le grandi scuole funzionano realmente. Di conseguenza, stanno compromettendo il futuro di tantissimi giovani. Presto o tardi, nel bene o nel male, avranno effetti su di te o su qualcuno che conosci. È importante capire cosa stiano creando queste riforme. Se concordi con me sul fatto che stiano andando nella direzione sbagliata, spero ti unirai al movimento per un approccio più olistico che coltivi i talenti diversi di tutti i bambini.
In questo libro voglio mostrare come la cultura della standardizzazione stia danneggiando gli studenti e le scuole, e presentare un modo nuovo di pensare l’istruzione. Voglio mostrare che, chiunque e dovunque tu sia, hai il potere di cambiare il sistema. Le cose stanno mutando. In tutto il mondo, ci sono molte scuole formidabili, insegnanti meravigliosi e leader carismatici che stanno lavorando creativamente per fornire agli studenti quel tipo d’istruzione personalizzata, compassionevole e orientata alla comunità di cui hanno bisogno. Ci sono interi distretti scolastici e perfino sistemi nazionali che si stanno muovendo nella stessa direzione. Persone di tutti i livelli all’interno di questi sistemi stanno spingendo perché vengano fatti i cambiamenti di cui parlo in questo libro.
Nel 2006 tenni un discorso alla conferenza TED (Technology Entertainment Design) in California intitolato Le scuole uccidono la creatività? Il succo di quel discorso era che tutti nasciamo con enormi talenti naturali, ma a percorso scolastico terminato troppi di noi perdono il contatto con quei talenti. Come dicevo allora, molte persone con grandi doti e capacità pensano di non averne, perché quello in cui erano brave non era considerato importante a scuola o era addirittura stigmatizzato. Le conseguenze sono disastrose sia per i singoli individui sia per la salute delle nostre comunità.
È diventato l’intervento più visto nella storia del TED. È stato visualizzato online più di trenta milioni di volte ed è stato visto, in tutto il mondo, da un numero di persone stimato in trecento milioni. So che Miley Cyrus ottiene molte più visualizzazioni. Ma io non faccio twerking!
Da quando quel discorso è stato messo online, sono stato contattato da studenti di tutto il mondo che hanno detto di averlo mostrato ai loro insegnanti o genitori, da genitori che hanno detto di averlo mostrato ai loro figli, da insegnanti che lo hanno mostrato al loro dirigente scolastico e da sovrintendenti che lo hanno mostrato a tutti. La prendo come prova del fatto che non sono il solo a pensarla così. E non si tratta neanche di ragionamenti così nuovi.
L’anno scorso tenni un discorso in un’università americana del Midwest. Durante il pranzo, un membro del consiglio di facoltà mi disse: «È da un bel po’ che se ne occupa, vero?». «Di cosa?» gli chiesi. «Di provare a cambiare l’istruzione. Quanto tempo è passato? Otto anni?» Risposi: «In che senso otto anni?». Disse: «Sa, dal quel discorso alla conferenza TED.» Dissi: «Sì, ma ero vivo anche prima di allora…».
Ora sono più di quarant’anni che lavoro nel campo dell’istruzione come insegnante, ricercatore, formatore, esaminatore e consulente. Ho lavorato con persone, istituzioni e sistemi di ogni genere che si occupano di educazione, e con aziende, governi e organizzazioni culturali. Ho diretto iniziative concrete insieme a scuole, distretti e governi; ho insegnato nelle università; ho contribuito a fondare nuove istituzioni.
Nel fare tutto questo, ho insistito per approcci all’istruzione più equilibrati, individualizzati e creativi. Soprattutto negli ultimi dieci anni, ovunque ho sentito persone parlare di quanto fossero esasperate dagli effetti nocivi che i test e la standardizzazione avevano su di loro, sui propri figli o sui loro amici. Spesso queste persone si sentono impotenti e dicono di non poter far nulla per cambiare l’istruzione. Alcune mi dicono di apprezzare i miei discorsi online, ma di essere frustrate per il fatto che non dica loro cosa possono fare per cambiare il sistema. Ho tre risposte. La prima è: «Era un discorso di 18 minuti; non si può pretendere troppo». La seconda è: «Se sei veramente interessato a quello che penso, ho pubblicato molti altri libri, rapporti e strategie al riguardo: potrebbero esserti utili».1 La terza risposta è questo libro.
Spesso mi vengono fatte le stesse domande: cosa c’è che non va nell’istruzione e perché? Se potessi reinventare l’istruzione, come sarebbe? Ci sarebbero le scuole? Ce ne sarebbero di diverso tipo? Cosa si farebbe in queste scuole? Sarebbero obbligatorie per tutti e a quale età? Si farebbero i test? E se, come dici, io posso cambiare qualcosa nell’istruzione, da dove comincio?
La domanda fondamentale è: a cosa serve l’istruzione? Le persone hanno idee estremamente diverse al riguardo. Come «democrazia» e «giustizia», anche «istruzione» è un esempio di quello che il filosofo Walter Bryce Gallie definì «concetto essenzialmente controverso». Significa cose diverse per persone diverse a seconda dei loro valori culturali e di come considerino le questioni correlate come l’etnia, il genere, la povertà e la classe sociale. Questo non vuol dire che non se ne possa parlare o che non si possa fare nulla. Basta essere chiari sui termini.2 Perciò, prima di andare avanti, permettimi di dire due parole sui termini «apprendimento», «istruzione», «formazione» e «scuola», su cui a volte si fa confusione.
L’apprendimento è il processo con cui si acquisiscono nuove conoscenze e abilità. L’essere umano è un organismo estremamente curioso che apprende. Dal momento della nascita, i bambini hanno un’insaziabile fame di imparare. In troppi, troppi casi, quella fame inizia a smorzarsi man mano che procedono nel percorso scolastico. Tenerla viva è la chiave per trasformare l’istruzione.
L’istruzione è l’insieme dei programmi organizzati di apprendimento. Il presupposto dell’istruzione formale è che i giovani debbano sapere, capire ed essere capaci di fare cose che — lasciati soli con i propri mezzi — non potrebbero sapere, capire ed essere capaci di fare. Le questioni chiave, qui, sono quali siano quelle cose e in che modo bisognerebbe organizzare l’istruzione per aiutare gli studenti ad apprenderle.
La formazione è un tipo d’istruzione incentrato sull’apprendimento di abilità specifiche. Ricordo, da studente, discussioni accorate sulla difficoltà di distinguere l’istruzione dalla formazione. La differenza divenne chiara quando parlammo di educazione sessuale. La maggior parte dei genitori sarebbe felice di sapere che i loro figli adolescenti ricevono un’educazione sessuale a scuola; sarebbero probabilmente meno felici se ricevessero una formazione sessuale.
Con scuole non intendo soltanto le istituzioni convenzionali per bambini e adolescenti cui siamo abituati. Intendo anche ogni comunità di persone che si unisce per imparare insieme. La scuola, per come uso io qui il termine, include l’istruzione scolastica a casa, la descolarizzazione e i gruppi informali che si incontrano, sia di presenza sia online, dalla scuola dell’infanzia all’università e oltre. Alcune caratteristiche delle scuole convenzionali hanno poco a che fare con l’apprendimento e possono ostacolarlo attivamente. La rivoluzione di cui abbiamo bisogno richiede di ripensare il funzionamento delle scuole e cosa sia importante in una scuola. Implica anche credere a una storia diversa sull’istruzione.
Tutti amiamo le storie, anche se non sono vere. Crescendo, uno dei modi con cui conosciamo il mondo sono le storie che sentiamo. Alcune riguardano eventi e personaggi particolari all’interno della nostra cerchia di familiari e amici. Altre fanno parte della cultura più ampia alla quale apparteniamo: i miti, le favole e le fiabe sui nostri costumi di vita che hanno affascinato le persone per generazioni. Nelle storie che si raccontano spesso, il confine tra fatti e mito può diventare tanto indistinto da farci scambiare facilmente i primi con il secondo. Succede anche con una storia sull’istruzione alla quale molte persone credono, anche se non è vera e non lo è mai stata. È questa: i bambini vanno alla scuola primaria principalmente per imparare le basi del leggere, scrivere e far di conto. Queste abilità sono essenziali affinché possano frequentare con profitto la scuola secondaria. Se vanno avanti con gli studi universitari e prendono una buona laurea, troveranno un lavoro ben retribuito, e anche il Paese ci guadagnerà. In questa storia, la vera intelligenza è quella che usi per studiare a scuola: i bambini nascono dotati di quantità diverse di questa intelligenza, per cui ovviamente alcuni a scuola vanno bene e altri no. Quelli veramente intelligenti vanno a studiare nelle buone università insieme ad altri studenti brillanti sul piano scolastico. A quelli che conseguono una buona laurea sono garantiti un impiego professionale ben retribuito e un ufficio proprio. Gli studenti meno intelligenti, naturalmente, vanno meno bene a scuola. Alcuni potrebbero essere bocciati o abbandonare precocemente gli studi. Alcuni di quelli che completano la scuola secondaria potrebbero non proseguire ulteriormente la loro istruzione e cercare invece un lavoro con una retribuzione modesta. Alcuni proseguono la loro istruzione, scegliendo però...