E-Book, Italienisch, 278 Seiten
Robinson Fuori di testa
1. Auflage 2017
ISBN: 978-88-590-1379-2
Verlag: Edizioni Centro Studi Erickson
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
Perché la scuola uccide la creatività
E-Book, Italienisch, 278 Seiten
ISBN: 978-88-590-1379-2
Verlag: Edizioni Centro Studi Erickson
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
PhD, è stata una delle voci più influenti nel campo della creatività, dell'innovazione e delle risorse umane. Per dodici anni è stato professore di arte e educazione all'Università di Warwick, in Gran Bretagna, e poi professore emerito. Ha ricevuto lauree honoris causa da università statunitensi e britanniche, è stato insignito del Premio Athena dalla Rhode Island School of Design, della Medaglia Peabody per il contributo alle arti e alla cultura degli Stati Uniti, del Premio LEGO per l'impegno a livello internazionale nel campo dell'istruzione, della Benjamin Franklin Medal della Royal Society of Arts e del Nelson Mandela Changemaker Award. Ha collaborato come consulente per governi, aziende, sistemi educativi e di alcune delle organizzazioni no profit più importanti del mondo. Il suo rapporto All our futures: Creativity, culture and education (The Robinson Report) ha raccolto plauso internazionale. Il suo celebre TED Talk Do schools kill creativity è ancora oggi uno dei più visti nella storia, con più di 80 milioni di visualizzazioni. Si stima che sia stato visto da 400 milioni di persone di 160 Paesi diversi. Le sue opere sono state incluse nella lista dei best-seller del New York Times e il suo libro The Element: How finding your passion changes everything (The Element, con L. Aronica, Mondadori, 2012) è stato tradotto in 23 lingue. Nel 2003 la Regina Elisabetta II gli ha conferito il titolo di Cavaliere per i servizi resi alle arti e all'educazione. È morto nel 2020.
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Capitolo primo
Fuori di testa
Quando le persone mi dicono di non essere creative,
penso che non abbiano ancora scoperto di cosa si tratti.
Quanto sei creativo? Quanto sono creative le persone con cui lavori? E i tuoi amici? La prossima volta che ti trovi a un evento sociale, fai queste domande alle persone che incontri. Potresti rimanere sorpreso da quello che ti dicono. Ho lavorato con persone e organizzazioni di tutto il mondo. Dovunque io vada, trovo lo stesso paradosso. Per la maggior parte, i bambini pensano di essere molto creativi; per la maggior parte, gli adulti pensano di non esserlo. È un problema più grande di quello che potrebbe sembrare.
Creare il futuro
Viviamo in un mondo che sta cambiando più velocemente che mai e sta affrontando sfide senza precedenti. Come si manifesteranno in pratica le complessità del futuro è pressoché impossibile da sapere. Il cambiamento culturale non è mai lineare e di rado è prevedibile. Se lo fosse, le schiere di opinionisti dei media e di indovini culturali sarebbero superflue. È probabile che l’economista J.K. Galbraith avesse in mente queste dinamiche quando disse: «Lo scopo principale delle previsioni economiche è quello di far apparire rispettabile l’astrologia». Mentre il mondo gira sempre più veloce, ovunque le organizzazioni dicono di avere bisogno di persone capaci di pensare in modo creativo, di comunicare e di lavorare in gruppo: persone flessibili e rapide a adattarsi. Troppo spesso dicono di non riuscire a trovarle. Perché? Il mio obiettivo in questo libro è rispondere a tre domande rivolgendomi a chiunque sia seriamente interessato alla creatività e all’innovazione o semplicemente a comprendere il proprio potenziale creativo.
- Perché è essenziale promuovere la creatività? Grandi uomini d’affari, politici e educatori evidenziano l’importanza vitale di promuovere la creatività e l’innovazione. Perché è così importante?
- Qual è il problema? Perché le persone hanno bisogno di essere aiutate a essere creative? I bambini piccoli sono un fermento di idee. Cosa succede, crescendo, che ci porta a pensare di non essere creativi?
- Di che cosa stiamo parlando? Che cos’è la creatività? Tutte le persone sono creative o lo è soltanto una minoranza selezionata? La creatività può essere sviluppata e, se sì, come?
Tutti ogni tanto hanno idee nuove, ma in che modo possiamo favorire la creatività come parte integrante della vita quotidiana? Chi dirige un’azienda, un’organizzazione o una scuola, come fa a rendere la creatività sistematica e di routine? Come si promuove una cultura dell’innovazione?
Ripensare la creatività
«Parto dalla premessa che tutti abbiamo enormi capacità creative come effetto naturale dell’essere esseri umani. La sfida è svilupparle. Una cultura della creatività deve coinvolgere tutti, non soltanto una minoranza selezionata.»
Per rispondere a queste domande è importante essere chiari su che cos’è la creatività e su come funziona nella pratica. Ci sono tre concetti interconnessi, che svilupperò man mano che andiamo avanti. Sono: l’immaginazione, che è il processo con il quale si evocano mentalmente cose che non percepiamo con i sensi; la creatività, che è il processo con il quale si sviluppano idee originali che hanno valore; l’innovazione, che è il processo con il quale le idee nuove si traducono in pratica. Al riguardo ci sono varie convinzioni errate, soprattutto sulla creatività.
Persone speciali?
Spesso si pensa che solo alcune persone speciali siano creative: che la creatività sia un talento raro. Questa idea trae forza dalle storie di icone della creatività come Martha Graham (1894-1991), Pablo Picasso (1881-1973), Albert Einstein (1879-1955) e Thomas Edison (1847-1931). Le aziende spesso suddividono la forza lavoro in due gruppi: i «creativi» e i «giacca e cravatta». In genere è possibile distinguere i creativi perché non portano giacca e cravatta. Vestono in jeans e arrivano tardi perché hanno avuto difficoltà lavorando su un’idea. Con questo non voglio dire che i creativi non siano creativi. Possono esserlo moltissimo, ma se le condizioni sono quelle giuste può esserlo chiunque, anche i giacca e cravatta. Tutti abbiamo enormi capacità creative. La sfida è svilupparle. Una cultura della creatività deve coinvolgere tutti, non soltanto una minoranza selezionata.
Attività speciali?
Spesso si pensa che la creatività abbia a che fare con attività particolari, come la danza o la pubblicità o il design o il marketing. Tutte queste attività possono essere creative, ma allo stesso modo può esserlo qualsiasi altra cosa, come le scienze, la matematica, l’insegnamento, il lavoro con le persone, la medicina, la presidenza di una squadra o la gestione di un ristorante. A volte le scuole hanno sezioni di «arti creative». Io sono un irremovibile sostenitore del miglioramento dell’educazione alle arti nelle scuole. Più avanti spiegherò il perché. Ma la creatività non si limita alle arti. Ci sono numerosi motivi per insegnare le arti a scuola, come ad esempio l’importanza che hanno nel favorire la creatività e altri altrettanto validi. Allo stesso tempo, anche altre discipline, come le scienze e la matematica, possono essere creative quanto la musica e la danza. La creatività è possibile ogni volta che usiamo la nostra intelligenza.
Anche nel campo economico aziende diverse sono creative in campi diversi. Apple, ad esempio, è notoriamente abile nel creare prodotti nuovi. Altre, come Walmart, non hanno creato alcun prodotto: la loro area di innovazione è la logistica, insieme alla gestione della catena di distribuzione e la determinazione dei prezzi di vendita. La catena di caffè Starbucks è creativa nel fornire servizi. Starbucks non ha inventato il caffè: ha creato un particolare tipo di cultura attorno ad esso. Di fatto, ha inventato la tazza di caffè da 5 dollari, che penso sia stata un po’ una svolta. Un’innovazione in una qualsiasi parte di un’azienda può cambiarne le sorti.
Imparare a essere creativi
Spesso si pensa che le persone creative siano nate tali, così come si nasce con gli occhi azzurri o castani, e che non ci si possa fare più di tanto. In realtà però si può fare molto per aiutare le persone a diventare più creative. Se qualcuno dice di non saper leggere o scrivere, non pensiamo che non sia in grado di leggere o scrivere, ma pensiamo che non gli è stato insegnato. Con la creatività è la stessa cosa. Quando le persone mi dicono di non essere creative, penso che non abbiano ancora scoperto di che cosa si tratti.
Libero sfogo?
La creatività viene spesso associata alla libera espressione, il che in parte è il motivo per cui l’idea di promuovere la creatività nell’istruzione preoccupa alcune persone. I contrari immaginano bambini che scorrazzano senza freni e rovesciano i mobili anziché impegnarsi nel lavoro serio. In effetti, essere creativi implica generalmente giocare con le idee e divertirsi; diletto e fantasia. Ma significa anche lavorare con grande concentrazione su idee e progetti, plasmarli nella forma migliore e intanto formulare giudizi critici riguardo a quale funzioni meglio e perché. In ogni disciplina la creatività attinge anche dall’abilità, dalla conoscenza e dal controllo. Non è soltanto questione di libero sfogo: è anche questione di tenere duro.
Comunque, perché tali questioni sono importanti?
Tre temi
Questo libro è percorso da tre temi fondamentali:
- il primo è che viviamo in tempi di rivoluzione;
- il secondo è che, se vogliamo sopravvivere e prosperare, dobbiamo pensare in modo diverso alle nostre capacità e farne il miglior uso possibile;
- il terzo è che per far questo dobbiamo gestire le nostre organizzazioni e soprattutto i nostri sistemi di istruzione in modi completamente diversi.
Entrerò più nel dettaglio di ciascuno di questi temi nei prossimi capitoli, ma lasciatemi sintetizzare brevemente il mio punto di vista.
Affrontare la rivoluzione
Non importa chi sei o cosa fai: se sei vivo e sulla Terra sei nel mezzo di una rivoluzione globale. Intendo in senso letterale, non metaforico. Oggi sono attive forze che non hanno precedenti. So che è un’affermazione ardita, ma ha una sua giustificazione. Le vicende umane sono sempre state turbolente. La particolarità, ora, sta nel ritmo e nella portata del cambiamento. Le due grandi forze propulsive sono l’innovazione tecnologica e la crescita demografica. Insieme stanno trasformando il nostro modo di vivere e di lavorare; stanno sottoponendo a sforzo immenso le risorse naturali della Terra e stanno cambiando la natura della politica e della cultura.
Ovunque le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il lavoro. Nelle vecchie economie industriali stanno riducendo in modo enorme il numero di persone addette all’industria e alle professioni una volta ad alta intensità di lavoro. Le nuove forme di lavoro si basano sempre più su alti livelli di conoscenza specialistica e sulla creatività e l’innovazione. In particolare, le nuove tecnologie richiedono capacità completamente diverse da quelle richieste dall’economia industriale. L’industria manifatturiera si sta spostando nelle economie emergenti, soprattutto in Asia e in Sud America, così come accade per molte nuove forme di lavoro che implicano alti livelli di competenza nel design e nelle tecnologie dell’informazione. Data la...