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E-Book, Italienisch, 372 Seiten

Reihe: Cronache

Parca I sultani

Mentalità e comportamento del maschio italiano
1. Auflage 2024
ISBN: 979-12-5480-128-4
Verlag: Nottetempo
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

Mentalità e comportamento del maschio italiano

E-Book, Italienisch, 372 Seiten

Reihe: Cronache

ISBN: 979-12-5480-128-4
Verlag: Nottetempo
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark



All'inizio degli anni Sessanta Gabriella Parca e la sua collaboratrice Maria Luisa Piazza si misero in viaggio per l'Italia intervistando 1018 uomini di diverse età e condizioni sociali. A loro rivolsero domande inaudite per l'epoca, come 'Che cosa pensa di una donna, che innamorata di un uomo prenda lei l'iniziativa verso di lui?', 'Considera conciliabile il lavoro della donna fuori di casa, con i suoi impegni di moglie e di madre?', 'Come dovrebbe reagire un uomo se sapesse di essere tradito dalla moglie?' e 'Fra i suoi conoscenti, c'è qualcuno che ha rapporti con persone del proprio sesso?'. Per la loro inchiesta dovettero ricorrere a sindacalisti, assistenti sociali, medici e parroci come garanti e fixer, perché era inconcepibile che due giovani donne andassero in giro a parlare di sesso con uomini sconosciuti. Non a caso il Giornale di Sicilia riferì della loro indagine definendole 'due maniache sessuali'. Questo libro raccoglie i frutti di uno studio sul campo volto a comprendere 'mentalità e comportamento del maschio italiano', ovvero il punto di vista degli uomini sugli argomenti di cui le donne scrivevano alla posta del cuore e che Parca aveva già documentato in Le italiane si confessano. Oggi, a sessant'anni di distanza, nel nostro paese il quadro giuridico e la società sono mutati, ma il nocciolo duro di quella 'mentalità', volta al controllo e al dominio dell'altro sesso, rimane. Ecco quindi che I sultani, oltre a costituire un prezioso documento storico, si rivela un'analisi purtroppo ancora attuale in alcuni suoi fondamenti.

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Prefazione


di Ludovica Lugli

Potrebbe essere la scena di un film italiano, che va immaginato in bianco e nero perché siamo nella prima metà degli anni Sessanta.

Ci sono due donne, una si avvicina alla quarantina, dell’altra non conosco l’età ma la immagino un po’ più giovane. Indossano abiti poco vistosi, gonne al ginocchio e giacche, scarpe col tacco basso. Si portano dietro dei registratori, che non somigliano per nulla agli smartphone che si userebbero oggi: erano piccole valigette. Forse le due donne si trovano a centinaia di chilometri di distanza da casa, in una città della Calabria o in un paese di montagna del Trentino. Ci sono arrivate in automobile, io immagino una Fiat 600. Hanno appuntamento davanti a un bar con un sindacalista, o fuori da un oratorio con un sacerdote, con l’uno o l’altro si erano accordate in precedenza, grazie a una rete di raccomandazioni.

Hanno bisogno di questi fixer, parola che nel gergo giornalistico contemporaneo indica chi dà assistenza logistica sul campo ai reporter di guerra o a quelli che si occupano di criminalità organizzata, per avvicinare le persone su cui stanno conducendo un’inchiesta e riuscire a parlarci: gli uomini, un gruppo sociale che in buona parte nell’Italia dell’epoca viveva separato rispetto alle donne.

Hanno bisogno di parlare con tranquillità con uomini di età diverse, tra i 20 e i 50 anni, che possano funzionare come campione statistico significativo. A ciascuno devono fare una quarantina di domande, che non leggono da un foglio ma che hanno imparato a memoria per risultare più spontanee, e dare l’impressione di una chiacchierata informale. L’oggetto delle conversazioni è un tema delicato, quindi è importante avere a disposizione uno spazio che garantisca riservatezza e agio, quello che oggi chiameremmo un .

Le due donne sono giornaliste. Gabriella Parca e la sua collaboratrice Maria Luisa Piazza stanno girando da nord a sud, tra grandi città e paesi con meno di cinquantamila abitanti, per chiedere agli uomini italiani quali siano state le reazioni delle loro mogli “nel primo rapporto”, se abbiano mai ricevuto proposte sessuali da parte di uomini omosessuali e altre cose del genere. Il loro obiettivo è scoprire cosa pensino gli uomini italiani sul sesso e sulle donne, e indagare le cause dei loro comportamenti nei rapporti con le proprie amanti e amate.

Il ruolo dei fixer nella ricerca è fondamentale, senza l’intervento di questi intermediari gli uomini non accetterebbero di parlare di sesso con due donne sconosciute. Quando acconsentono le reazioni possono essere molto diverse. Un pescatore della Costiera Amalfitana, interrogato sui giochi sessuali fatti da bambino, fa lo spaccone e dice: “Vuole che le dia una dimostrazione?” Tanti altri notano: “Questa cosa non l’ho raccontata neanche a mia moglie”. Intanto fuori dalle stanze in cui si svolgono le interviste si chiacchiera, e sul esce un articolo sulla ricerca che definisce Parca e Piazza due “maniache sessuali”.

Qualche anno prima, nel 1959, Parca ha ottenuto una certa notorietà grazie al libro , una raccolta di lettere inviate da donne di tutta Italia a due rubriche di posta del cuore di settimanali femminili. Da queste lettere gli uomini apparivano come “esseri quasi incomprensibili”, nella sintesi della stessa Parca: “volevano e non volevano le stesse cose, chiedevano con insistenza la ‘prova d’amore’ e fuggivano appena l’avevano ottenuta, invocavano una morale più libera e facevano tragedie se non trovavano la moglie vergine, esigevano una fedeltà assoluta mentre restavano eterni adolescenti, pronti a tutte le avventure, insofferenti di ogni impegno”.

Ora Parca vuole parlare con loro per spiegare questi misteri, che non sono altro che la doppia morale che molto a lungo ha regolato i rapporti tra i generi e prevedeva norme sociali diverse per uomini e donne. Parca collabora con l’Università di Roma e ha organizzato la ricerca con la consulenza di alcuni professori, l’antropologo Tullio Tentori, lo psicologo Luigi Meschieri e lo psicoanalista Nicola Perrotti. Per i criteri con cui costruire il campione dell’indagine invece si è rivolta ai docenti dell’Istituto di Statistica.

Il risultato dell’indagine sarà il libro che avete in mano, che fu pubblicato nel 1965 da Rizzoli con il titolo , e fu firmato dalla sola Parca perché nel frattempo Piazza era morta improvvisamente. È un saggio di sociologia della sessualità, diviso in capitoli tematici sui diversi momenti delle esperienze sessuali maschili di quegli anni: dai giochi sessuali infantili alle relazioni extraconiugali, dalle “prime volte” alla frequentazione dei bordelli.

Per leggerlo oggi conviene ricordare qualche altra data. Sette anni prima, nel 1958, era entrata in vigore la legge Merlin, che aveva abolito la prostituzione regolamentata, chiuso le case di tolleranza (le cui attività erano tassate dallo Stato) e introdotto i reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Mancavano ancora tre anni alla sentenza della Corte costituzionale contro la legge che puniva l’adulterio delle mogli e non quello dei mariti, cinque anni all’approvazione della legge sul divorzio e sedici all’abrogazione del delitto d’onore, cioè delle attenuanti per gli uomini che uccidevano la moglie, o una figlia o una sorella non sposate dopo averle trovate a compiere atti sessuali con un uomo: nei Parca parla di 1500 casi del genere all’anno, a quei tempi.

Fu poi proprio alla fine del 1965 che venne rapita e stuprata Franca Viola, la ragazza siciliana che sarebbe diventata nota come la prima donna italiana ad aver rifiutato pubblicamente il matrimonio riparatore, cioè che non volle sposare l’uomo che l’aveva violentata per “salvare l’onore”. Dovevano però passare ancora tre decenni perché si giungesse alla legge che nel 1996 trasformò lo stupro in un reato contro la persona e non contro la morale.

Il 1968, l’anno a cui solitamente si attribuisce la rivoluzione nei costumi sessuali occidentali, doveva ancora arrivare ma qualcosa era già cambiato o stava cambiando, ed è chiaro leggendo . Il cinema d’altra parte si stava occupando già da qualche tempo dei problemi dovuti alle relazioni sentimentali e sessuali tradizionali, e infatti nelle interviste di Parca e Piazza sono citati due film di Pietro Germi, del 1961 e del 1964, che mostravano come le vecchie leggi e i vecchi usi patriarcali costringessero all’infelicità donne e uomini.

Più o meno nello stesso periodo in cui Parca e Piazza andavano in giro per l’Italia con i loro registratori a fare domande sul sesso, Pier Paolo Pasolini lo faceva con cinepresa e microfono: uscì nel 1965 anche , il suo documentario di interviste sulle spiagge, fuori dalle fabbriche e in campagna. Nel film le domande sulla sessualità sono associate a parole come “conformismo” e si ha l’impressione che Pasolini volesse più che altro esporre il bigottismo degli italiani, provocando e giudicando intervistati e spettatori. Parca fa qualcosa di diverso: sceglie un approccio scientifico, da antropologa, perché le interessa capire più che denunciare. E poi vuole arrivare a una specie di diagnosi, che a sua volta sia un punto di partenza per migliorare i rapporti tra uomini e donne. Una buona pratica femminista, insomma.

Perché oggi dovremmo leggere di nuovo ? Il primo motivo, quello più banale, è che è un documento di grande valore storico. I cosiddetti “rapporti Kinsey”1, i primi studi sulla sessualità umana compiuti con metodi statistici rigorosi, erano stati pubblicati diciassette e dodici anni prima dei , ma si basavano su un campione della sola società statunitense, e dunque non potevano tenere conto delle influenze di contesti culturali diversi. Per avere un primo studio sociologico sulla sessualità delle italiane e degli italiani si sarebbe dovuto aspettare fino al 1978, quando Mondadori pubblicò di Giampaolo Fabris e Rowena Davis, basato su interviste a 2000 persone. Per farci un’idea di come erano vissuti il sesso e i rapporti tra i generi in Italia prima del 1968 abbiamo , e : ma solo i due libri, e il primo in modo particolare per il suo approccio scientifico, ci consentono di trarre conclusioni generali. A Pasolini, che tra l’altro censurò preventivamente le dichiarazioni più sboccate e volgari dei suoi intervistati, interessava probabilmente qualcos’altro.

Nelle pagine dei l’analisi di Parca è intervallata da numerose citazioni dalle interviste, dieci delle quali sono riportate interamente in appendice. Avere a disposizione le parole precise usate da uomini italiani comuni del 1965 è una delle ragioni per cui la lettura di questo libro è davvero significativa.

Nella prefazione alla terza edizione di , uscita nel 1960, lo stesso Pasolini esordì così: “La prima impressione che si ha leggendo queste...



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