Meacci | Improvviso il Novecento | E-Book | www2.sack.de
E-Book

E-Book, Italienisch, 445 Seiten

Reihe: Filigrana

Meacci Improvviso il Novecento

Pasolini professore con una nuova introduzione in versi
1. Auflage 2022
ISBN: 978-88-3389-377-8
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

Pasolini professore con una nuova introduzione in versi

E-Book, Italienisch, 445 Seiten

Reihe: Filigrana

ISBN: 978-88-3389-377-8
Verlag: minimum fax
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark



«Mi alzo alle sette, vado a Ciampino (dove ho finalmente un posto insegnante a 20.000 lire al mese), lavoro come un cane (ho la mania della pedagogia), torno alle 15, mangio e poi...». È il 1952, e Pier Paolo può dedicarsi alla letteratura solo «poi», nel tempo libero dall'insegnamento,. Attorno agli anni ciampinesi di Pasolini e ai ricordi dei suoi alunni e dei suoi amici (Bertolucci, Cerami, Pivano) - quei primi anni Cinquanta in cui nasceva Ragazzi di vita - Meacci costruisce un libro che è al contempo saggio, reportage, diario di viaggio e racconto, e in cui trova posta un'intera teoria di figura del nostro Novecento (e non solo): Totò, Fellini, Hemingway, gli sfollati del dopoguerra, Mizoguchi, il Vangelo, Mantegna, le tradizioni contadine, Simone Martini, il comunismo, Anna Magnani, Goldrake e Happy Days, l'America, Roma, il terremoto del Friuli, la grande poesia, la «scomparsa delle lucciole».

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Ventitré anni: mezzo secolo


1999


Improvvìso è una prìma persòna

Ma né il tèmpo verbàle né il mòdo

Potrànno mai dìre se suòna

Rivòluzionàrio l’appròdo.

Ora che s’intravedono quei pochi

Versi sparsi (i ricordi

Vissuti); adesso che ormai di quei fuochi

Inadeguati e spersi so i contorni:

«Se dovessi finire qui i giochi:

è quello che di quei giorni».

, sembra evidente, dà il confine:

La fine è l’inizio del racconto.

Ma come ricordare le mattine

In piena estate? L’eterno confronto:

Lucido di premesse cristalline,

La luce delle : e poi il tramonto

Enorme e rosso, Ponte Milvio e il Fiume:

Nel tratto di passaggio tra le pagine

():

Verità che non esiste in un’indagine

raccolta in volume.

Così dicevamo, di questo libro strano

E composito; che adesso mi ritrova

Nuovamente alle prese col

dagli anni, messo alla prova

Ora che il tempo vicino è lontano.

Così: un incontro con Enzo Lavagnini:

In un ufficio. In marzo, a Ciampino.

Nel parlarci di ricordi

(Quindi memorie; e un cittadino):

«Un libro su Pier Paolo Pasolini»

(Alunni alle medie; e la Città-Giardino).

Nel senso di raccogliere le voci

nel tempo degli alunni del

(Tagliamento e Tevere agl’incroci)

Approdato a Roma nell’inquieto

Dominio degli Anni Cinquanta

: via Tagliere, il Pigneto;

E poi Torpignattara; e l’Acqua Santa.

«Povero come un gatto del Colosseo»,

Attratto e dalla vita;

(Se ogni popolo visto al suo apogeo

Si premurasse della sua gita infinita

Avrebbe spazio non solo in poesia

Sarebbe amore impuro: e centro mondo;

Un infinito di «giallognola foschia»

Lucente: e triste: nel suo cuore profondo).

La luce che ora filtra da quei mesi

In cui vivevo in un futuro condiviso

Tra milioni di universi plausibili, e accesi,

Adesso si rivela in un sorriso.

.

Io non volevo raccogliere soltanto

Alcune testimonianze; o l’Aldiqua

Solitario degli alunni. Il canto

Oltranzista della memoria spicciola,

La cura bellissima e monogama (l’incanto

della riscrittura di ogni vita, ).

Io – e scelleratamente lo rimarco –

Lottavo per capire il Novecento

Povero e verde, arrivato allo sbarco

Occidentale del primo sentimento

Provato da ragazzo. La Letteratura

O il Cinema come unico viatico;

La linea d’ombra del passato per natura

Oscura a scacco di un universo statico.

Nel libro poi volevo i miei maestri

E i compagni di strada: tutt’insieme.

Ho voluto fondere i ritmi campestri

A quelli cittadini. Ch’è poi il mio seme

Sintetico – e fa ridere, se scrivo l’aggettivo –

E il mio sogno di quando sono sveglio.

Nascere col cuore nel cuore verde

Tra Toscana Umbria e Roma. Il meglio

In me cui m’appiglio – se sogno, è chiaro –

Mentre mi guardo con gli occhi di allora

E penso alla minimum che c’era (il faro

Notturno negli arrembaggi romani: ancora

Tutto da scrivere, o quasi – ). E io,

Ovviamente, alla scoperta di me stesso.

Veramente: i venticinqu’anni in cui ti senti Dio

E poi invecchiando ti ci senti .

Resta da capire che vuol dire. Si parla solo

() di quando ti

Mentre scrivi soltanto. E non sei .

Anzi. Ritrovi i mondi che ti suggerisci.

In quella fine di millennio incatenata

Tra gli scarti di Zero e di Uno, inopportuni,

si aggiungono: la forsennata

cangiante con Vincenzo Ostuni

(Tra una bozza e l’altra a battagliare seri

Ogni ultimo corpo della struttura

A venire del libro. A ogni rigo i desideri

Limati, le tracce più sanguigne). La cura,

Tra pochissimo, che Nicola Lagioia

È pronto a dedicare a Nichel. La collana

Minimum . L’obliqua feritoia

Per cui il lavoro in corso in insana

Osmosi tra le forme in cui si vive e in cui si scrive,

Noi tutti: e il bello è che non c’è, un indistinto.

che il tempo si accavalla al tempo e vive

Nella riscrittura del presente: penso ancora,

Liberando ogni confutazione possibile:

(Anche se: come si confuta l’arte che si cerca?)

Bisognava mi perdessi accettando l’incredibile

Bisogno di condivisione di quella – – stagione

Ancorata ai nostri venti, trent’anni, agli amori tra le pagine.

Già capivo – capivamo – che quella irrinunciabile tensione

Lasciava una traccia incancellabile nella cartagine

Indistruttibile delle nostre vite. È un ricordo di Bellezza

Accanto agli altri che li , appunto. Un mondo in formazione.

La presenza di Max Malavasi. E di Francesca Serafini.

Ancora: tutti gli arrivi nella trincea di redazione.

Marco, mi ricordo. Daniele. E , e ; .

Ora che il tempo è trascorso: e i vecchi amori

Dormono leggeri nelle pieghe sottili – e

Ereditate dalla vita dei – .

Resta il ricordo del tempo, e del : e del quando.

Nel ricrearlo, mi costringo in rime.

Invito i metri a darsi un : e un rimando.

(Tanto è il tempo perduto nelle prime

Avvertenze di fondo della vita).

, di nuovo. Perché:

il professor Pasolini, : è molto più giovane di me.

2015


Cor cordis

Tra Venezia e il Mondo c’è un mare di cinema.

Una notte alcolica al Lido. E un ricordo di Fernanda Pivano.

( le pagine del dattiloscritto, la mano che trema,

Tutta la notte che serve per leggere,...



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