E-Book, Italienisch, 188 Seiten
Imoda Fotografie di fantasmi
1. Auflage 2024
ISBN: 979-12-5593-044-0
Verlag: Paperleaves
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
E-Book, Italienisch, 188 Seiten
ISBN: 979-12-5593-044-0
Verlag: Paperleaves
Format: EPUB
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Enrico Imoda, (1871-1910) medico italiano e ricercatore di fenomeni paranormali dopo numerosi esperimenti con la medium Linda Gazzera, raccolse molto materiale, tra fenomeni di telecinesi e materializzazioni fotografate durante la serie di sessioni tenutesi a Torino. Il lavoro che presento al pubblico, dopo lunga esitazione ed a malincuore, è il risultato sperimentale di una lunga e laboriosa serie di sedute medianiche, continuate regolarmente per un periodo di oltre due anni, collo scopo preciso ed esclusivo di accertare colla fotografia la obbiettività reale dei fantasmi. Ben sapevo che tale scopo era conseguibile: perché il chimico inglese Sir William Crookes già lo aveva ottenuto trentasei anni or sono. E bensì vero che facili critici hanno poi posto in dubbio l'autenticità di tali risultati: ma io ho sempre pensato in proposito che nel campo positivo della osservazione e dell'esperimento, l'affermazione precisa, categorica, esplicita di un solo osservatore onesto e capace non possa venir menomata dalla denegazione di tutta una schiera per quanto rispettabile e numerosa di persone che contestano un fatto od un esperimento di cui non furono testimoni.
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LA MEDIA
La signorina Linda Gazzera ha ventidue anni: è di statura normale; è regolare e proporzionata di membra. Ha capelli neri abbondanti, nerissime e folte le sopracciglia, un po’ pallida in viso, ha l’occhio ampio, scuro, vivo, scrutatore, ma se la si guarda fissamente presenta lo smarrimento caratteristico delle persone facili alla ipnosi. Ed infatti è molto facilmente ipnotizzabile; sebbene personalmente io non abbia mai fatto su di lei esperimento, mi consta positivamente che da altri fu ripetutamente ipnotizzata. È di carattere impulsivo, abitualmente allegro; ride volentieri, ma passa facilmente dall’uno all’altro stato di animo; facilmente si rattrista, facilmente si consola. Ha tendenze infantili; gioca volentieri colla bambola. È molto singolare nelle sue abitudini; ama dormire il giorno e vegliare la notte, difficilmente va a letto prima delle due o delle tre del mattino.
Talvolta si alza alle sei, tal’altra è ancora in letto alle due dopo mezzodì. La notte legge, scrive, cuce o confeziona i suoi cappelli ed i suoi vestiti: scrive novelle e raccontini sentimentali e li manda a giornali popolari sui quali vengono stampati. Ha discreta cultura letteraria; ama studiare le lingue straniere ed ha spiccata tendenza al disegno.
Non ho eseguito finora su di lei alcun esame somatico, e ciò pensatamente e deliberatamente; non perché non ritenessi la cosa sommamente importante: ma perché questa ragazza ha (carattere comune a molte isteriche) una singolare, istintiva, invincibile ripugnanza a lasciarsi scoprire e visitare dal medico. Ora l’esperienza acquistata in molti anni di studio sui medii mi insegna che per ottenere i migliori risultati nelle sedute è necessario un grande tatto.
Il medio è uno strumento, delicatissimo strumento di precisione: ma uno strumento vivo: occorre quindi maneggiarlo in modo assai diverso da uno strumento di precisione inanimato. Questo si può scomporre, studiare e ricomporre senza che menomamente perda le sue proprietà fisiche: un medio lo si turba anche con una sola parola, colla presenza di una persona antipatica, con un atto inconsiderato per quanto innocente e perfino talvolta con un pensiero (potrei citare parecchi fatti ricavati dai miei esperimenti a dimostrazione di quanto qui affermo) ed il risultato sarà un’alterazione del suo comportamento nell’esperimento. Questo che or ora dissi non è una ipotesi, ma un fatto accertato da altri e da me in ripetute occasioni: e queste avvertenze faranno bene tener presenti quelli che dopo di me avranno occasione di studiare questa media. All’infuori di questa istintiva avversione per l’esame somatico la media Linda Gazzera è remissiva e docilissima: si lascia esaminare il vestito che prima della seduta si cambia alla presenza della padrona di casa. Ha grande desiderio di riuscire una buona media: i risultati che si conseguono la entusiasmano: alla vista delle fotografie ottenute batte le mani e salta dalla gioia.
È docilissima alla persuasione: insofferente invece di ogni freno, di ogni comando, al quale dimostra spiccato lo spirito di rivolta. La sua “trance” ossia il suo sonno medianico presenta due prerogative preziose: la media si addormenta con una straordinaria facilità e rapidità; raggiunge in pochi minuti la fase di lucido sonnambulismo medianico, ed alla fine della seduta colla medesima rapidità ad un semplice e leggero soffio sugli occhi e ad una chiamata per nome a voce bassa, si sveglia repentinamente, riprendendo immantinenti coscienza completa di sé. Una terza caratteristica della “trance” di questa media è una fotofobia eccezionale: non sopporta alcuna luce e la stanza da esperimento non è mai abbastanza buia, sebbene però nelle prime sedute per la luce fosse meno rigorosa e talune siano state fatte a luce discreta. Durante la “trance” la Linda Gazzera presenta, a seconda delle sue condizioni fisiologiche e psichiche, un comportamento molto differente. Nelle sue migliori condizioni la “trance” è tranquilla: la media è contenta, allegra senza esagerazione, cortesissima, affabile: la sua voce è chiara e calma, ammonisce i presenti circa il modo con cui debbono comportarsi per favorire i fenomeni, le avvertenze da aversi, ecc.
Ma se nelle ore precedenti alla seduta ella ebbe a bisticciarsi o provare collera o paura, o se presente alla seduta è persona a lei antipatica, se in una parola nel suo sonno il suo subcosciente è agitato da alcuna passione; o se il suo stomaco è ancora in attività di digestione, allora il contegno della media e la fisionomia delle sedute mutano completamente.
In questo caso la forza medianica è ancor più energica fisicamente. Colpi tremendi che sconquassano i mobili sono battuti che sembrano da un maglio. La media suda, sbuffa, si agita, si dibatte, si contorce: la personalità medianica muta il suo carattere ed assume una condotta violenta, brutale. Spezza il tavolo e gli oggetti che questo sopporta. Assistetti in una di tali circostanze alla apertura di un armadio chiuso a chiave in cui per dimenticanza si aveva lasciata la chiave nella toppa: i battenti furono sollevati dai cardini e buttati con fracasso in mezzo alla camera ed il contenuto dell’armadio, costituito da bottigliette piene di liquidi chimici, apparecchi, carte, attrezzi, buttato alla rinfusa dispettosamente al suolo e frantumato.
Finalmente in altre rare occasioni in cui la media non è in condizioni di esperimento i fenomeni sono poco intensi e tenta liberare una mano dal controllo ed aiutarsi. Rilevo il fatto che ho constatato ripetutamente nella Eusapia Paladino questa stessa prerogativa quando le fa difetto la forza medianica. Ora questa osservazione è molto interessante, perché dimostra che la personalità medianica adibisce, allo scopo di produrre i suoi singolari fenomeni, prima le sue strane prerogative e poi, quando queste sono insufficienti per deficienza di forza, tenta valersi con un trucco (del quale il medio è affatto incosciente) la via più facile e più fisiologica, che sono gli arti del medio stesso.
Le sedute cattive, in cui la media è agitata e non in buone condizioni per le ragioni sopradette, terminano per lo più con una crisi isterica della media, a tipo convulsivo e qualche volta catalettico di pochi minuti.
Importante ancora ad osservarsi è il fatto che molte volte i fenomeni di telecinesia e di stereosi (movimenti a distanza e materializzazione di arti con toccamenti dei presenti) avvengono appena spento il lume, essendo la media ancora perfettamente sveglia o per lo meno in uno stadio di preipnosi cosciente e memore. Questo fa pensare che la “trance” del medio nei fenomeni medianici è una condizione concomitante ma non assolutamente necessaria e che non sarebbe assurdo pensare di avere un medio sveglio durante tutta la seduta (del resto è riferito che la D’Esperance ed altri avessero questa prerogativa).
Forse l’abolizione della Coscienza nel medio è provocata dal grave dispendio di energia nervosa, che ha luogo sotto forma di azione medianica, a quella guisa che un grave esaurimento nervoso da qualsiasi causa cagionato provoca pure l’abolizione della coscienza.
Accenno al problema senza fermarmi, esorbitando questo argomento dal preciso compito che qui mi propongo: che è soltanto la constatazione della realtà della fotografia dei fantasmi. L’attività medianica di questo soggetto non è costantemente uguale durante tutte le epoche dell’anno. Si verifica invece l’alternarsi di un periodo di spiccata attività ad un periodo di inattività quasi completa. Questi periodi hanno la durata di otto a dieci settimane circa.
A mo’ d’esempio avemmo un forte periodo di attività nel mese di maggio e giugno 1908, cui successe un periodo di inattività nei mesi di luglio e agosto: ripresero intensi i fenomeni in settembre, ottobre e novembre e si ridussero quasi a nulla durante il mese di dicembre.
Nuovamente si ridestò la medianità in gennaio, si affievolì in febbraio, si spense quasi completamente in marzo e risorse nuovamente intensissima in aprile.
Durante il periodo di minore attività la media ingrassa ed aumenta di peso: diminuisce invece durante i periodi di attività maggiore. Questa diversa attività è pure in costante rapporto colle epoche mensili: minima durante il periodo, si va progressivamente accentuando durante il tempo successivo fino a raggiungere l’intensità massima in quello che immediatamente precede la nuova epoca.
La principale personalità medianica che presiede alle sedute della media Linda Gazzera dice di chiamarsi Vincenzo, di essere stato un ufficiale di cavalleria e morto da parecchi anni. Non ha voluto in principio specificare né date, né luoghi, e noi che avevamo rivolto il nostro scopo a conseguire la fotografia non abbiamo insistito sulle domande in proposito. Più tardi diede di sé alcune notizie, che i lettori troveranno disseminate nella relazione delle sedute.
Il carattere di questa personalità si è profondamente modificato durante i due anni di esperimento che abbiamo fatto. Grossolano, in principio, triviale, dedito al turpiloquio, si è nel progresso del tempo alquanto ingentilito nei modi e nella locuzione. Il carattere fondamentale che ha conservato è un’autonomia assoluta. Nelle sedute noi consegniamo soltanto ciò che a lui piace si consegua: non soffre né imposizioni di comando, né pressioni per preghiera: nei primi tempi avendo io cercato di ribellarmi e tentato di costringerlo ai miei voleri, ebbi sempre a pentirmi della mia condotta.
A titolo di esempio, avendo uno di noi una sera proposto di continuare la seduta dopo che “Vincenzo” aveva ordinato di svegliare la media, questa gli sputò in piena faccia. Per oltre dieci sedute...




