E-Book, Italienisch, 120 Seiten
Reihe: Figure
Han L'espulsione dell'Altro
1. Auflage 2017
ISBN: 978-88-7452-683-3
Verlag: Nottetempo
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
E-Book, Italienisch, 120 Seiten
Reihe: Figure
ISBN: 978-88-7452-683-3
Verlag: Nottetempo
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
'Han è un autore su cui bisogna tornare, e ha il vantaggio di scrivere saggi brevi e chiari, ma intensissimi.'Goffredo Fofi, Avvenire In questo saggio, che è una sorta di summa delle sue opere precedenti, Byung-Chul Han mostra la scomparsa della figura dell'Altro nel mondo dominato dalla comunicazione digitale e dai rapporti neoliberistici di produzione. La singolarità dell'Altro disturba, infatti, l'incessante circolazione di informazioni e capitali, e la sua rimozione lascia il campo al proliferare dell'Uguale, che favorisce la massima velocità e funzionalità dei processi sociali. Ma dove è promossa solo la positività dell'Uguale, la vita s'impoverisce e sorgono nuove patologie: l'inflazione dell'io imprenditore di se stesso genera angoscia e autodistruttività, l'esperienza e la conoscenza sono sostituite dalla mera informazione, le relazioni personali cedono il posto alle connessioni telematiche. Solo l'incontro con l'Altro, destabilizzante e vivificante, può conferire a ciascuno la propria identità e generare reale esperienza. È per questo motivo che il saggio si chiude sottolineando l'urgenza della costruzione di una comunità umana fondata sull'ascolto e sull'apertura all'Altro.
Weitere Infos & Material
Terrore dell’Uguale
Il tempo in cui c’era l’ è passato. L’Altro come mistero, l’Altro come seduzione, l’Altro come Eros, l’Altro come desiderio, l’Altro come inferno, l’Altro come dolore scompare. La negatività dell’Altro cede il posto alla positività dell’Uguale. La proliferazione dell’Uguale dà luogo a quei mutamenti patologici che infestano il corpo sociale. A renderlo malato non sono divieto e proibizione, ma ipercomunicazione e iperconsumo, non rimozione e negazione, ma permissività e affermazione. Non la repressione, bensí la depressione è il sintomo patologico del nostro tempo. La pressione distruttiva non proviene dall’Altro, ma dall’interno.
La depressione, in quanto pressione che proviene dall’interno, sviluppa tratti di autoaggressività. Il depresso soggetto prestazionale viene per cosí dire colpito a morte e soffocato da se stesso. Distruttiva non è solo la violenza dell’Altro. L’espulsione dell’Altro mette in moto un diverso tipo di processo distruttivo, quello cioè di . Vale in generale la dialettica della violenza: .
A causa della sua positività, la violenza dell’Uguale è invisibile. La proliferazione dell’Uguale si presenta come crescita. Ma, da un certo punto in poi, la produzione non è piú produttiva bensí distruttiva, l’informazione non è piú informativa bensí deformativa, la comunicazione non è piú comunicativa bensí cumulativa.
La stessa percezione assume oggi la forma del , ovvero il consumo di video e film senza alcuna limitazione temporale. Ai consumatori vengono offerti di continuo film e serie che corrispondono al loro gusto, che dunque a loro . Vengono rimpinzati come bestie da consumo con il sempre nuovo Uguale. Il può essere considerato oggi il sistema di percezione piú comune. La proliferazione dell’Uguale non è carcinomatosa, bensí comatosa. Essa non incontra alcuna difesa immunitaria. Ci si ingozza fino allo stordimento1.
Responsabile dell’infezione è la negatività dell’Altro, che penetra nel Medesimo e porta alla formazione degli anticorpi. L’infarto invece dipende dall’eccesso dell’Uguale, dall’obesità del sistema, che non porta con sé infezioni, ma adipe. Contro il grasso non si formano anticorpi. Nessuna difesa immunitaria può ostacolare la proliferazione dell’Uguale.
La negatività dell’ conferisce al forma e misura. In sua assenza si arriva alla proliferazione dell’. Il Medesimo non è identico all’Uguale, si presenta sempre appaiato con l’Altro. All’Uguale invece manca sempre la controparte dialettica, che lo delimiterebbe dandogli forma. In tal modo esso prolifera fino a diventare una massa informe. Il Medesimo ha una forma, una concentrazione interna, un’interiorità che dipende dalla . L’Uguale invece è informe. Poiché gli manca la tensione dialettica, ne deriva una vicinanza indifferente, una massa informe e indifferenziata:
Il medesimo si lascia dire solo quando è pensata la differenza. Nel determinarsi del differente viene in luce l’essenza riunente del medesimo. Il medesimo esclude ogni ansia di risolvere il differente sempre solo nell’uguale. Il medesimo riunisce il differente in un’unione originaria. L’uguale, per contro, disperde nell’insipida unità dell’uno unicamente uniforme2.
Il terrore dell’Uguale investe oggi ogni ambito vitale. Si va dovunque senza fare mai . Si prende atto di tutto senza mai giungere a una conoscenza3. Si ammassano informazioni e dati senza mai giungere a un . Si bramano esperienze vissute ed emozioni eccitanti in cui però si resta . Si accumulano amici e follower senza mai incontrare veramente l’Altro. I rappresentano un’atrofizzazione della socialità.
L’omnipervasiva rete digitale e la totale comunicazione digitale non facilitano l’incontro con gli altri, servono piuttosto a trovare l’Uguale e chi ha la nostra stessa opinione, lasciando da parte i diversi e gli altri, e fanno in modo di rendere sempre piú angusto il nostro orizzonte di esperienza. Ci ingarbugliano in un Io-nodo senza fine, e conducono in ultima istanza a “un’auto-propaganda che ci indottrina con le nostre stesse idee”4.
La negatività dell’Altro e della trasformazione è ciò che costituisce l’esperienza in senso enfatico. Fare esperienza di qualcosa significa “che quel qualche cosa per noi accade, che ci incontra, ci sopraggiunge, ci sconvolge, e trasforma”5. La sua essenza è il . L’Uguale però non provoca dolore. Il dolore oggi cede il posto al , che è una prosecuzione dell’Uguale.
L’informazione è semplicemente lí presente. Il sapere in senso enfatico è invece un lungo processo. La sua temporalità ha una natura del tutto diversa. Il sapere . Il è una temporalità che oggi va sempre piú scomparendo. Esso non si accorda all’attuale politica del tempo, che lo frammenta per incrementare l’efficienza e la produttività rimuovendo le strutture temporalmente stabili.
Anche il piú grande accumulo di informazioni (i ) dispone di un sapere molto ridotto. Sulla base dei vengono individuate correlazioni. La correlazione recita: se ha luogo A, allora ha spesso luogo anche B. Ma non si sa sia cosí. La correlazione è la forma piú primitiva di conoscenza, la quale non è neppure in grado di individuare il rapporto causale, cioè il rapporto di causa ed effetto. . La domanda circa il perché delle cose diventa superflua. Nulla viene perciò . Conoscere, però, è comprendere. In tal modo i rendono superfluo il pensiero. Ci affidiamo senza alcuna esitazione all’è-cosí.
Il pensiero ha accesso al totalmente Altro. Esso ha il potere di interrompere l’Uguale. In ciò consiste il suo carattere di evento. Il calcolo è invece un’infinita ripetizione dell’Uguale. Contrariamente al pensiero, non può far nascere un nuovo stato di cose. Esso è . Un vero pensiero possiede invece natura di evento. Digitale si dice in francese . Il numerico rende tutto calcolabile e comparabile, e in questo modo perpetua l’Uguale.
Anche la conoscenza in senso enfatico è trasformativa, essa fa nascere un nuovo stato di coscienza. La sua struttura somiglia a quella di una redenzione [], che offre piú della semplice soluzione [] di un problema; trasporta coloro che hanno bisogno di redenzione in tutt’altro stato dell’essere.
Nel suo scritto , Max Scheler sottolinea come Agostino, “in modo singolare e misterioso”, attribuisca alle piante
la tendenza a essere guardate dall’uomo, come se nel momento in cui l’essere di queste piante diventa oggetto di una conoscenza guidata dall’amore accada loro qualcosa di analogo alla redenzione6.
Se un fiore avesse in sé una pienezza d’essere, non avrebbe bisogno di essere guardato: esso ha dunque una mancanza, una mancanza d’essere. Lo sguardo amoroso, la “conoscenza guidata dall’amore” lo dalla sua condizione di mancanza. Perciò essa è “qualcosa di analogo alla redenzione”: . Essa ha un rapporto d’amore con il suo oggetto in quanto . Ed è per questo che si distingue dalla semplice presa d’atto o informazione, alla quale fa completamente difetto la dimensione dell’Altro.
Nell’evento è insita una negatività, poiché fa nascere un nuovo rapporto con la realtà, un nuovo mondo, una nuova comprensione di ciò che . Esso fa d’un tratto apparire tutto in una luce completamente diversa. L’“oblio dell’essere” di cui parla Martin Heidegger non significa altro se non questa . Heidegger direbbe che oggi il rumore della comunicazione, la di dati e informazioni, ci rende sordi nei confronti del fragore silenzioso della verità, nei confronti del suo : “UN FRAGORE: è / la Verità in persona / entrata / fra gli uomini / nel mezzo del / turbine di metafore”7.
Gli inizi della rivoluzione digitale sono stati dominati per lo piú da progetti utopistici. Vilém Flusser, per esempio, aveva elevato la rete digitale al rango di tecnica dell’amore del prossimo. Esser-uomo significa di conseguenza esser-connesso con altri. La rete digitale renderebbe possibile una particolare esperienza di risonanza. Tutto vibra insieme:
La rete vibra, è un pathos, è una risonanza. Il fondamento della telematica consiste nella simpatia e l’anti-patia della vicinanza. Credo che la telematica sia una tecnica dell’amore del prossimo, una tecnica che mette in pratica la religione giudaico-cristiana. La telematica ha alla sua base l’empatia. Essa annienta l’umanismo a favore dell’altruismo. Che questa possibilità sussista è già di per sé qualcosa di assolutamente colossale8.
La rete si trasforma oggi in un particolare spazio di risonanza, in una camera di risonanza dalla quale è eliminata ogni alterità, ogni estraneità. La vera risonanza presuppone la dell’Altro. Oggi la vicinanza dell’Altro cede il posto all’assenza di distanza dell’Uguale. La comunicazione globale ammette...