Di Nino | I fiori campestri di Posidippotho | E-Book | sack.de
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E-Book, Italienisch, Band Band 182, 378 Seiten

Reihe: Hypomnemata

Di Nino I fiori campestri di Posidippotho

Ricerche sulla lingua e lo stile di Posidippo di Pella
1. Auflage 2010
ISBN: 978-3-647-25292-6
Verlag: Vandenhoeck & Ruprecht
Format: PDF
Kopierschutz: 0 - No protection

Ricerche sulla lingua e lo stile di Posidippo di Pella

E-Book, Italienisch, Band Band 182, 378 Seiten

Reihe: Hypomnemata

ISBN: 978-3-647-25292-6
Verlag: Vandenhoeck & Ruprecht
Format: PDF
Kopierschutz: 0 - No protection



Focusing on the so-called ‘new Posidippus’, Margherita Maria Di Nino’s I fiori campestri di Posidippo investigates the main linguistic and stylistic features of the recently-discovered Posidippean epigrams as well as the sources from which the poet drew his inspiration. The book provides a detailed commentary of the 7th and the 8th sections of P.Mil.Vogl. VIII 309, which contain epitaphs for sea victims (Nauagika) and epigrams recording Asclepius’ miraculous healings (Iamatika). The strictly philological analysis of the poems is complemented by a detailed comparison between Posidippus’ poetic lexis and the language documented in literary and inscriptional epitaphs for sea victims as well as in the shrine inscriptions from Lebena, Epidaurus and Rome.

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1;Cover;1
2;Title Page;4
3;Copyright;5
4;Table of Contents;8
5;Body;12
6;Back Cover
;386
7;Premessa;12
8;1. Introduzione;18
8.1.1;1.1.2 Altre tessere del puzzle;20
8.1.2;1.1.3 Il Posidippo;22
8.1.3;1.1.4 Un’esistenza longeva;28
8.2;1.2 Le opere;30
8.2.1;1.2.2 Il Testamento;62
8.2.2;1.2.3 Le altre opere;66
8.3;1.3 La spinosa questione del Soros;68
8.4;1.4 Posidippo, i Telchini e la polemica anticallimachea;72
9;2. La lingua dei nauagika;78
9.1.1;2.1.2 Elaborazione allegorica e letteraria del motivo;84
9.1.2;2.1.3 Condanna del mare ed epitafi per mercanti;86
9.1.3;2.1.4 Terra-mare: antinomia e sententiae dissuasive;91
9.1.4;2.1.5 Mortes singulares;93
9.1.5;2.1.6;97
9.2;2.2 Sepoltura menzognera e impossibile unità di corpo e sepolcro: cenotafio e lapidi in loco;100
9.2.1;2.2.2 Il ;102
9.2.2;2.2.3 Le lapidi in loco;105
9.3;2.3 I nauagika;109
9.3.1;2.3.2 Posidipp. 90 A.-B. ;117
10;2.3.3 Posidipp. 91 A.-B.;127
10.1;2.3.4 Posidipp. 92 A.-B.;135
10.1.1;2.3.5 Posidipp. 93 A.-B.;143
10.1.2;2.3.6 Posidipp. 94 A.-B.;154
10.2;2.4 Conclusioni;159
10.2.1;2.4.1 Onda canuta e spiaggia spoglia;160
10.2.2;2.4.2 Freddezza reale e metaforica;161
10.2.3;2.4.3 Capovolgimenti prospettici;162
10.2.4;2.4.4 Rinunce posidippee;166
10.2.5;2.4.5 Variationes;169
10.2.6;2.4.6 Il ‘buon’ defunto;175
10.2.7;2.4.7 L’uso di ;177
10.2.8;2.4.8 Naufragio congiunto di nave, ciurma e carico;179
10.2.9;2.4.9 (Vincere) la fretta del passante;180
10.2.10;2.4.10 Sit tibi terra levis;184
11;3. La lingua degli iamatika;188
11.1.1;3.1.2 Il culto (Asklepieia e );194
11.2;3.2 Gli iamatika;206
11.2.1;3.2.2 Posidipp. 96 A.-B.;217
11.2.2;3.2.3 Posidipp. 97 A.-B.;221
11.2.3;3.2.4 Posidipp. 98 A.-B.;231
11.2.4;3.2.5 Posidipp. 99 A.-B.;236
11.2.5;3.2.6 Posidipp. 100 A.-B.;243
11.2.6;3.2.7 Posidipp. 101 A.-B.;250
11.3;3.3 Conclusioni;256
11.3.1;3.3.2 Posidippo e l’abbandono dei topoi aretalogici;258
11.3.2;3.3.3 Posidippo e le formule incubatorie;259
11.3.3;3.3.4 Posidippo e le formule della sanatio;261
11.3.4;3.3.5 Posidippo e Asclepio;266
11.3.5;3.3.6 La lingua poetica degli iamatika;271
12;4. Tra lingue tecniche ed echi letterari: le parole ‘nuove’ di Posidippo;276
13;4.2 Conclusioni;300
13.1.1;4.2.2 Neoformazioni come espediente stilistico-espressivo;301
13.1.2;4.2.3 Posidippo e le lingue tecniche;302
14;5. Conclusioni: il mondo e la lingua poetica di Posidippo;304
15;Abbreviazioni e sigle;308
16;Bibliografia;312
17;Index locorum citatorum;346
18;Index nominum et rerum notabilium ;362


5. Conclusioni (p. 303-304)

pro captu lectoris habent sua fata libelli
(Ter. Maur. 1286)

5.1 Il mondo e la lingua poetica di Posidippo

Delle numerose e tutte stimolanti prospettive di indagine lungo le quali si sono sviluppate le ricerche posidippee dopo la pubblicazione del P.Mil.Vogl. VIII 309, il presente studio ha privilegiato l’esplorazione delle fonti. Sia pure nella parzialità e nell’inevitabile precarietà dei risultati raggiunti, tale incursione nel laboratorio poetico posidippeo ha lasciato emergere un epigrammista realmente e pienamente figlio del suo tempo e di quella poetica ellenistica dove tutto o, comunque, molto è allusione e variazione: suggestioni fra loro eterogenee per natura e provenienza si trasformano, allora, sistematicamente in una ghiotta occasione di virtuosismo e originalità, dando forma a una lingua poetica dottamente consapevole del patrimonio a lei precedente e liberamente creatrice.

Dal punto di vista linguistico, la cifra più piena e interessante è rappresentata da una fervida inventività lessicale, notevole per quantità ma, soprattutto, per qualità: dietro al disinvolto uso di neoformazioni, si cela sempre una ratio precisa, di volta in volta rispondente a intenti programmatici, poetico-espressivi oppure allusivi. Ogni hapax rappresenta, dunque, una sorta di finestra di dialogo con il lettore, chiamato a decifrare – e dottamente apprezzare! – il messaggio sotteso a ciascun conio.

La comprensibile necessità di arginare l’orizzonte di indagine ha determinato la scelta degli epigrammi compresi nelle sezioni (89-94 A.- B.) e (95-101 A.-B.), che offrivano il duplice, intrigante vantaggio di prestarsi a una produttiva sinossi con la lingua di parallele tradizioni epigrafiche, entrambe già ben consolidate sul piano del lessico e dei temi specifici, e di costituire un terreno ancora tutto da dissodare.

In antico i pericoli connessi alla navigazione rendevano il naufragio e, ancor più, le lapidi commemorative delle tante vittime del mare un tema e uno spettacolo di quotidiana esperibilità, e Posidippo, che viaggiò molto, sicuramente non fu esente da simili suggestioni. In aggiunta, la navigazione costituiva un’attività rilevante nell’Alessandria del III sec. a.C.1, e Posidippo si relazionò a questo risvolto della vita economica dell’Egitto tolemaico in maniera più ampia e sfaccettata di quanto gli epitafi per naufraghi da soli non lascino intendere. In 115 A.-B. è descritto il famoso faro eretto sull’omonima isola antistante Alessandria, che costituiva un segnacolo ottico notevole, di primaria importanza per i naviganti in fase di approccio al porto, oltre che dettaglio psicologicamente rassicurante.

Esso rappresentava, però, solo l’ultimo supporto in ordine di tempo per i naviganti, che abbisognavano, innanzitutto e prima di tutto, di una felice traversata e di venti propizi, speranze ed esigenze queste che trovano riflesso, per esempio, in 21-24 A.- B. (ma vagamente anche in 25,1s. A.-B.), contenenti un carosello di presagi cui pescatori e naviganti devono attenersi se vogliono far ritorno a casa con un congruo bottino o, semplicemente, far ritorno a casa. Se, però, i presagi possono rivelarsi fallaci o essere soggetti a esegesi non corrette, ben più fondate garanzie di successo sembravano venire dall’aiuto divino, e l’Alessandria dei Tolemei ebbe un’arma in più da offrire alla propria ‘gente di mare’: Arsinoe-Afrodite, la nuova dea garante della buona navigazione, che dispiegava la propria protezione dallo Zefirio, (116,10 A.-B.).


Di Nino, Margherita Maria
Dr. Margherita Maria Di Nino ist Assistant Professor am Institut für Klassische Philologie der Universität Frankfurt/Main.



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