E-Book, Italienisch, 318 Seiten
D'Ambrosio L'abuso infantile
1. Auflage 2013
ISBN: 978-88-590-0353-3
Verlag: Edizioni Centro Studi Erickson
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
E-Book, Italienisch, 318 Seiten
ISBN: 978-88-590-0353-3
Verlag: Edizioni Centro Studi Erickson
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark
Cleopatra D'Ambrosio Psicologa e psicoterapeuta, psicosociologa e formatrice. Esperta in psicologia giuridica, psicologia delle dipendenze e psicologia dei gruppi. Da tempo si occupa del benessere dei bambini e degli adulti, migliorando gli ambiti relazionali nei contesti educativi. Autrice di molti libri fa parte del direttivo 'Rompere il silenzio la voce dei bambini'.
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Introduzione
Questo libro nasce dal desiderio di condividere l’esperienza, lo studio e le riflessioni di diversi professionisti1 che quotidianamente, attraverso il lavoro terapeutico e peritale, entrano in contatto con i bambini vittime di abuso e con le problematiche emotive, relazionali e istituzionali che a questo intervento sono connesse.
Pur toccando aspetti «specialistici», il testo è scritto in un linguaggio non tecnico ed è rivolto a un pubblico ampio: colleghi, avvocati, insegnanti, educatori, genitori e tutti coloro che, a vario titolo, sono interessati a prendere contatto con le dimensioni socioemotive dell’abuso. Il testo offre ai professionisti un’ampia panoramica per comprenderne i vari aspetti e adottare comportamenti efficaci nelle diverse situazioni che i bambini abusati devono attraversare.
È importante conoscere le dimensioni del problema e le modalità che assume per smantellare idee preconcette e semplificanti. Ad esempio molti identificano il pedofilo come un uomo un po’ strano, che vive e si muove da solo. Bisogna invece comprendere che esiste un mercato florido, esistono organizzazioni criminali che pongono i bambini in situazioni complesse, a volte molto tragiche, che possono anche coinvolgere più bambini e più abusanti (Malchiodi, 1990).
È importante sapere che i siti pornografici sono visitati abitualmente dal 40% degli adulti e che i siti pedopornografici danno vita a un mercato on line con un giro d’affari superiore ai 5 miliardi di dollari. Solamente nel 1999 sono stati individuati e censurati 7.650 siti: il 55% negli USA, il 13% nell’Est-Europa, il 5% in Medio Oriente, il restante 27% in Europa e America Latina.2
In una ricerca del 2004 a cura dell’International Crime Analysis Association emerge che il 13% dei bambini tra gli 8 e i 13 anni ha avuto contatti in chat con un adulto che intraprende discorsi su temi sessuali; il 29,7% degli adolescenti tra i 14 e i 17 anni si è imbattuto in contenuti indesiderati/offensivi; il 51,7% ha incontrato finestre aperte di pubblicità di altri siti porno. Tra il totale dei soggetti fermati, invece, il 90% si sarebbe limitato allo scambio di materiale pedopornografico, mentre il restante 10% avrebbe coinvolto anche minori «dal vivo».
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, in merito ai reati di detenzione di materiale pedopornografico (art. 600 quater del codice penale), indica la difficoltà di delineare un panorama completo, dato che la gran parte del fenomeno resta sommersa e riporta che in Italia sono stati rilevati e oscurati 153 siti pedopornografici, mentre altri 7.114, i cui server erano collocati all’estero, sono stati portati all’attenzione degli organi di polizia.3
Dobbiamo accettare e tener presente l’idea che la delinquenza comune si intreccia proficuamente con la pedofilia. Infatti questo mercato criminale, che ha invaso la rete, è retto non solo da pedofili ma da macro-organizzazioni, all’interno delle quali ognuno ha il proprio compito: chi recluta e adesca il bambino, chi realizza e confeziona il video, chi spedisce la merce, chi si occupa della contabilità, tutte persone che possono anche non essere pedofile, ma che sono interessate, qualunque sia il prodotto, ad arricchirsi.
È essenziale conoscere quanto sia «sporco», ampio e reale il commercio porno-pedofilo. Vengono commerciati video o immagini rubati in luoghi pubblici all’insaputa dei bambini; foto e video dove i bambini assumono posizioni oscene; immagini che provengono da collezioni private, quindi da archivi di insospettabili. Gli abusi sessuali avvengono a casa di chi gira il video e spesso sono filmate efferatezze, stupri, torture e violenze. I prezzi variano a seconda dell’età della vittima (dai 2 mesi ai 12 anni). La fascia più richiesta è quella tra i 2 e i 6 anni (Rapporto Nazionale sulla condizione dell’infanzia, della preadolescenza e dell’adolescenza, 2001).
È necessario approcciare il tema dell’abuso con una visione aperta e non sorprendersi, rimanendo increduli ed esterrefatti, davanti ai dati.
Il professionista non dovrebbe perdere di vista l’orientamento epistemofilico anche quando opera in ambito giuridico e terapeutico: prendere in carico il bambino abusato richiede competenza, capacità di lavorare ricercando e riflettendo, mantenendosi in contatto con l’esperienza, in un atteggiamento d’ascolto e di profondo rispetto per il dolore dell’altro. La difficoltà ad aprirsi alla conoscenza pare sia generale: molti autori hanno mostrato come questa non sia solo soggettiva ma riguardi anche il contesto sociale e istituzionale (Dettore e Fuligni, 1999; De Zulueta, 1999; Foti, 2008; Malacrea, 1998; Montecchi, 1994; Roccia, 1997).
Lavorare con i bambini abusati vuol dire entrare in contatto con la paura, il disorientamento, la confusione, il senso di essere stati traditi e trafitti. È in questo modo, attraverso questo ascolto, che il bambino può essere aiutato a legittimare le sue emozioni, dando loro diritto di cittadinanza. Molte, però, sono le resistenze ad affrontare questo tema per non dover sostenere la «catastrofe emotiva» che ne scaturisce.
I temi profondi e travolgenti dell’abuso non possono essere guardati dall’esterno, con lo sguardo dell’osservatore neutro. È possibile «com-prendere» solo se ci si pone in un atteggiamento emotivo sintonico; il tecnico non può che essere un «osservatore partecipante» perché, anche se con diverso ruolo, agisce nella situazione. Non può mai essere neutro, anche volendo, ma deve attivare un occhio «meta» con cui osservare gli eventi che gli si manifestano e comprendere come egli stesso si pone in relazione. È quello che Kohut definisce «interpretazione vicariante», ovvero il tentativo di sperimentare, da parte di una persona, la vita interiore di un’altra, pur conservando, nello stesso tempo, la propria posizione di osservatore imparziale (1986).
Per un vero ascolto del bambino ferito, il professionista deve essere consapevole della complessità delle componenti relazionali, emotive e sociali, a partire dal riconoscimento dei segnali e delle modalità con cui il bambino esprime il proprio disagio, e deve essere supportato da un’approfondita preparazione teorico-emotiva. Risulta allora indispensabile per il tecnico studiare e aggiornarsi, attingendo alle ricerche e ai lavori di diverso orientamento. Le tesi preconfezionate, anche se importate da oltreoceano o offerte da personaggi illustri, se da un canto sono percepite sovente come un’ancora di salvezza, dall’altro impediscono di ascoltare il bambino ferito e la sua famiglia. Sironi ricorda che «è bene guardarsi dal restare legati a concetti, cliché e presupposti teorici; troppo spesso questi punti di riferimento imprigionano il terapeuta che si trova di fronte a un problema nuovo in un atteggiamento difensivo, impedendogli di interrogarsi veramente sulle zone oscure della psicologia umana» (2001, p. 59).
Il clinico costruisce una relazione sana e rispettosa che, passando per l’accettazione, l’ascolto e la vicinanza emotiva, permette al paziente di dar voce alla sua sofferenza. Il percorso di ascolto e di cura non può completarsi, ma neppure avviarsi, se il bambino non si sente al sicuro, sostenuto e protetto.
La prima parte del libro delinea il quadro all’interno del quale si innesta la psicoterapia del bambino e ne affronta gli aspetti salienti: il trauma, il segreto, la rivelazione, le conseguenze del trauma, la memoria traumatica, il ricordo, la dissociazione. Questa parte non ha alcuna pretesa di essere esaustiva, e neppure potrebbe esserlo data la mole di letteratura al riguardo, ma è imprescindibile, perché aiuta a comprendere la complessità della situazione in cui si trovano implicati i bambini, prima, e i genitori, gli insegnanti e gli operatori, successivamente.
Come sostiene Malacrea:
L’abuso sessuale si presenta in modo particolarmente coperto e insidioso sul piano personale e relazionale, sfidando le capacità di prevedere e sospettare, ancor prima che di diagnosticare; richiede interventi di protezione particolarmente incisivi per sottrarre il bambino non soltanto alla vittimizzazione concreta, ma anche a quel groviglio confusivo sui significati, sui legami, sul segreto che potrebbe facilmente — se non governato — far abortire in una nebbia indecifrabile i primi segnali emersi; impone perizia e tempestività d’intervento, e da subito un massiccio investimento di risorse. (2000, p. 10)
La terapia con il bambino normalmente accompagna l’evoluzione del percorso: dall’espressione del disagio all’incidente probatorio, al processo, alla guarigione. Per intervenire in queste situazioni è importante avere una specifica formazione e aver sviluppato una particolare competenza, sia a livello teorico che metodologico ed emotivo.
Il professionista, in questo campo, deve contemplare variazioni di metodo necessarie. A differenza del setting clinico classico, il lavoro con il bambino abusato non può lasciar fuori della stanza la realtà circostante, vale a dire incidente probatorio, processo, reazione del contesto sociale, ecc. Non si può pensare di fare la «propria terapia» a porte chiuse ma, pur proteggendo il lavoro con il bambino da invasioni abusive e mantenendo costantemente l’obiettivo terapeutico, il professionista deve essere parte attiva, informato dei fatti che si sviluppano nella realtà.
Anche nel campo dell’ascolto giudiziario dei minori alcune ricerche hanno accertato che, se chi interroga è competente e specificamente preparato, si riducono i rischi di contaminare la credibilità del bambino, di favorirne la suggestione, la manipolazione e la...