Cavalli | Shakespeare in scena | E-Book | sack.de
E-Book

E-Book, Italienisch, 480 Seiten

Reihe: Poesia

Cavalli Shakespeare in scena


1. Auflage 2016
ISBN: 978-88-7452-624-6
Verlag: Nottetempo
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

E-Book, Italienisch, 480 Seiten

Reihe: Poesia

ISBN: 978-88-7452-624-6
Verlag: Nottetempo
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark



Queste che presentiamo - pubblicate per la prima volta e insieme - non sono semplici, seppure magistrali, traduzioni di quattro opere di Shakespeare: La tempesta, Sogno di una notte d'estate, Otello e La dodicesima notte. Sono molto di piú. Sono la voce che un poeta ha saputo dare ai personaggi, ascoltandoli, immaginandoli e vedendoli in scena. Sono traduzioni nate per la scena, che è il loro luogo naturale. Sono traduzioni vive o, come dice Patrizia Cavalli, diversi tipi di ginnastica verbale, posture fisico-linguistiche, ora ritmiche, ora acustiche, che non si limitano a traghettare le parole da una lingua all'altra ma ricreano la scena shakespeariana attraverso l'intimazione della rima, come avviene nel Sogno di una notte d'estate, che tiene gl'innamorati nel loro teatrino d'amore. O ritrovando i personaggi della tragedia (in questo caso Otello) nei loro toni di voce. O infine, ed è il caso della Dodicesima notte, nel movimento del corpo della traduttrice che ritrova la naturalezza delle battute 'camminando dallo studio alla cucina'. Cosí la traduzione compie la sua vicenda, da un testo all'altro, fedele alla scena, alla voce, a se stessa.

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Autoren/Hrsg.


Weitere Infos & Material


Sogno di una notte d’estate


Personaggi


Téseo, duca di Atene

Ippolita, regina delle Amazzoni, promessa a Téseo

Lisandrio, Demetrio, giovani cortigiani innamorati di Ermia

Ermia, innamorata di Lisandro

Elena, innamorata di Demetrio

Egeo, padre di Ermia

Filostrato, maestro cerimoniere di Téseo

Oberon, re delle fate

Titania, regina delle fate

Una Fata, al servizio di Titania

Puck, ovvero Bertino Buontempone, buffone e luogotenente di Oberon

Fiordipisello, Ragnatelo, Granello, Semedisenape, Fate, al servizio di Titania

Pietro Cotogno, carpentiere; Prologo nella recita

Nico Botto, tessitore; Piramo nella recita

Francesco Canna, aggiustamantici; Tisbe nella recita

Maso Stagna, stagnino; Muro nella recita

Zeppa, falegname; Leone nella recita

Berto Fameterna, sarto; Chiardiluna nella recita

Altre Fate al seguito di Oberon e Titania

Gentiluomini al seguito di Téseo e Ippolita

ATTO PRIMO


Scena prima


Entrano Téseo, Ippolita, Filostrato e persone del Seguito

TÉSEO

La nostra ora nuziale avanza rapida,

mia bella Ippolita: quattro felici

giorni, e cambierà la luna. Eppure

questa vecchia mi sembra cosí lenta

a sparire! Rimanda i miei piaceri

come certe matrigne o certe vedove

che a lungo andare asciugano le rendite

di un giovane.

IPPOLITA

Quattro giorni cadranno

veloci nella notte, quattro notti

veloci si scioglieranno in sogni.

La luna allora, col suo arco d’argento

di nuovo curvo in cielo, guarderà

la notte delle nostre cerimonie.

TÉSEO

Tu, va’, Filostrato, incita i giovani

ateniesi all’esultanza, risveglia

lo spirito vivace! Siano allegri!

E la malinconia, ai funerali!

Non si addice il pallore al nostro seguito.

(Esce Filostrato)

Ti ho corteggiata con la spada, Ippolita,

e il tuo amore l’ho vinto con le offese,

ma mi unirò a te in altra chiave,

con feste, con trionfi, con splendore.

Entrano Egeo e sua figlia Ermia, Lisandro e Demetrio

EGEO

Felicità al nostro grande Téseo!

TÉSEO

Grazie, mio caro Egeo. Che novità mi porti?

EGEO

Pieno di crucci vengo, a lamentarmi

di mia figlia, la mia bambina, Ermia.

Vieni avanti, Demetrio! Mio signore,

quest’uomo ha il mio consenso per sposarla.

Vieni avanti, Lisandro! Questo invece,

questo ha stregato il cuore di mia figlia.

Tu, tu, Lisandro, le hai mandato rime

e hai scambiato con lei pegni d’amore;

sotto le sue finestre al chiar di luna

le hai cantato in falsetto un falso amore;

tu le hai sedotto l’immaginazione

con braccialetti fatti di capelli,

ciondoli, anelli, fronzoli, stranezze,

dolci, giochetti, mazzolin di fiori

– messaggeri di grande persuasione

per una giovane non indurita.

Tu con l’astuzia le hai carpito il cuore;

la sua obbedienza – quella che mi deve –

l’hai trasformata in ostinata asprezza.

E insomma, mio benigno duca, se

adesso qui davanti a Vostra Grazia

lei non consente a sposare Demetrio,

per me invoco l’antico privilegio:

che, in quanto mia, di lei disponga io.

E dunque vada a questo gentiluomo

o alla sua morte, che sarà immediata,

come previsto da legge in quel caso.

TÉSEO

Tu, Ermia, che dici? Cara, abbi giudizio.

Per te tuo padre un dio dovrebbe essere.

Le tue bellezze le ha composte lui

e tu per lui sei soltanto una cera

che lui ha impresso, e dipende da lui

serbare la figura o sfigurarla.

Demetrio è un gentiluomo di valore.

ERMIA

Anche Lisandro.

TÉSEO

In sé lo è. Ma in questo caso,

mancandogli l’assenso di tuo padre,

dovrà per forza prevalere l’altro.

ERMIA

Se mio padre vedesse coi miei occhi!

TÉSEO

Vedano invece i tuoi col suo giudizio!

ERMIA

Vi prego, Vostra Grazia, perdonatemi,

Non so cosa mi renda cosí ardita,

né cosa c’entri con il mio pudore

svelare qui, a voi, i miei pensieri.

Ma, io vi imploro, fatemi sapere

il peggio che potrebbe capitarmi

se rifiuto di sposare Demetrio.

TÉSEO

Venire uccisa oppure rinunciare

per sempre alla società degli uomini.

Interroga perciò i tuoi desideri,

considera la tua giovinezza,

esamina la tua natura, Ermia.

Non cedendo a tuo padre, riusciresti

a sopportare un abito da suora,

sempre rinchiusa dentro chiostri bui,

monaca sterile tutta la vita

levando fioche salmodie alla fredda

luna infeconda? Tre volte benedetta

colei che ha un tal dominio del suo sangue

da affrontare un cosí casto viaggio.

Ma la rosa distillata è nel corpo

piú felice di quella che appassendo

sul suo virgineo spino, cresce, vive

e muore in solitaria beatitudine.

ERMIA

Cosí io crescerò, vivrò e morrò

cosí, signore, prima che io consegni

il mio virgineo merito a un padrone

al cui dominio indesiderato

la mia anima rifiuta ogni obbedienza.

TÉSEO

Pensaci bene. E per la luna nuova,

quando il mio amore e io suggelleremo

il patto di perpetua comunione,

per quel giorno preparati a morire

– se ti opponi al volere di tuo padre

rifiutando di sposare Demetrio –

o a giurare sull’ara di Diana

austera solitudine per sempre.

DEMETRIO

Ermia, desisti. E tu, Lisandro, cedi

il tuo fasullo titolo al mio diritto certo.

LISANDRO

Demetrio, tu hai l’amore di suo padre,

lascia a me quello di Ermia, e sposa lui.

EGEO

Sí, insolente, è vero, egli ha il mio amore,

e quel che è mio il mio amore gli offrirà.

E lei è mia, e ogni mio diritto

su di lei io lo cedo in proprietà

a Demetrio.

LISANDRO

Signore,

io sono come lui di buona nascita,

sono altrettanto ricco; il mio amore

è piú grande del suo; le mie fortune

sono considerate in tutto pari,

se non maggiori, a quelle di Demetrio.

Ma piú di ogni altro vanto quel che conta,

io sono amato dalla bella Ermia.

Perché allora non dovrei perseguire

il mio diritto? Demetrio, lo dico

in faccia a lui, ha corteggiato Elena,

la figlia di Nedar, le ha conquistato

il cuore e lei, dolce com’è, delira,

delira in adorazione, delira

fino all’idolatria per quest’uomo

incostante e corrotto.

TÉSEO

Sí, l’ho sentito dire anch’io, confesso,

e ho pensato di parlarne a Demetrio.

Ma sommerso com’ero dai miei affari,

mi è sfuggito di mente. Su, Demetrio,

vieni. Vieni anche tu, Egeo. Venite

con me, ho alcune istruzioni da darvi

in privato. In quanto a te, Ermia bella,

fatti forza, le fantasie che hai

adattale al volere di tuo padre,

altrimenti la legge di Atene

(che non potremmo in nulla mitigare)

ti consegna alla morte o alla solitudine.

Andiamo, Ippolita. Ma che cos’hai,

amore mio? Demetrio, Egeo, seguiteci.

Devo affidarvi alcune faccende

in vista delle nozze e poi parlarvi

di qualcosa che riguarda voi due.

EGEO

Vi seguiamo ubbidienti e con piacere.

Escono tutti tranne Lisandro e Ermia

LISANDRO

Che c’è, amore mio? Perché sei cosí pallida?

Com’è che quelle rose d’un tratto si scolorano?

ERMIA

Manca la pioggia forse, che pure dai miei occhi

potrei versarvi sopra ad acquazzone.

LISANDRO

Ahimè, da quel che ho mai potuto leggere

o ascoltare, sia favola sia storia,

mai il vero amore ebbe corso liscio.

Ma fosse per disparità di nascita…

ERMIA

Che croce!

Troppo in alto per asservirsi al basso!

LISANDRO

O assortiti male per l’età…

ERMIA

Che rabbia!

Troppo vecchia per fidanzarsi a un giovane!

LISANDRO

O fosse che lo scelgono gli amici…

ERMIA

Che inferno!

Con occhi d’altri scegliere l’amore!

LISANDRO

Ci fosse pure simpatia di scelte,

ecco che guerra, morte o malattia

lo cingono d’assedio e lo riducono

a suono labile, ad ombra fugace;

diventa un breve sogno, è come il lampo

quando improvviso nella notte nera

in un impeto cielo e terra insieme

svela, e prima che qualcuno riesca

a dire “guarda!”, la tenebra già

l’ha divorato. Cosí veloce

a...



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