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E-Book

E-Book, Italienisch, 192 Seiten

Reihe: add saggistica

Bucci Cattivi scienziati

La pandemia della malascienza
1. Auflage 2020
ISBN: 978-88-6783-295-8
Verlag: ADD Editore
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark

La pandemia della malascienza

E-Book, Italienisch, 192 Seiten

Reihe: add saggistica

ISBN: 978-88-6783-295-8
Verlag: ADD Editore
Format: EPUB
Kopierschutz: 6 - ePub Watermark



Il metodo scientifico è indubbiamente una delle risorse più raffinate di cui gli scienziati dispongono per fornire indicazioni utili alla sopravvivenza della nostra società in un mondo complesso. Tuttavia, questo metodo non può procedere in assenza di un'etica che metta al primo posto l'onestà nel raccogliere dati, descrivere esperimenti, discutere risultati e pubblicarli. Eppure, nella letteratura scientifica tre peccati capitali - fabbricazione di dati ed esperimenti, loro falsificazione e plagio - sono talmente diffusi da destare seria preoccupazione riguardo all'affidabilità di ciò che crediamo di sapere. A questi si aggiunge spesso una comunicazione che distorce i risultati ottenuti, volta ad ottenere vantaggi o a influenzare il pubblico. La comunità scientifica deve usare un linguaggio che non si presti a facili fraintendimenti, distinguendo fra opinioni e dati a supporto di quelle opinioni. Accostarci al metodo scientifico, studiare le fallacie logiche del discorso razionale, un minimo (davvero un minimo) di scienza del dato e ragionamento quantitativo ci può salvare dalle suggestioni e dalla sensazione superficiale di capire la scienza leggendo il titolo di un quotidiano. Curiosità e metodo ci faranno scoprire le frodi scientifiche, ma anche la bellezza e la potenza del ragionamento di cui siamo capaci. Solo così la scienza potrà essere utile alla società.

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Perché crediamo agli elettricisti e agli scienziati?


È una mattina come tante, piove. Vi alzate dal letto e premete l’interruttore. Nella luce artificiale raggiungete la cucina, girate una manopola e con una scintilla accendete il gas per fare il caffè. Mentre aspettate che sia pronto, sintonizzate la radio sul vostro programma preferito e ascoltate la voce di qualcuno che si trova lontanissimo da voi – certamente fuori portata dei vostri sensi. Azioni quotidiane, che si compiono in automatico. Eppure fermatevi un attimo a pensare: perché tutto questo funziona? Come mai non vi sono sorprese, e tranne in casi eccezionali la luce si accende, il gas affluisce ai fornelli e scalda il caffè, la voce e la musica vi giungono da posti remoti? E perché per avere la luce non iniziate una danza sacra1 e per ottenere il caffè non invocate una benedizione celeste? Come mai credete al vostro elettricista e non a uno sciamano o a un sacerdote?

La risposta più ovvia è la seguente: «Perché ogni mattina, premendo l’interruttore, la luce si è sempre accesa, fino a una particolare mattina in cui qualcosa non ha funzionato: ho chiamato l’elettricista e, dopo il suo intervento, l’interruttore ha ripreso a funzionare». Dunque la nostra esperienza della realtà dice che bisogna premere un interruttore per avere luce e, nei casi eccezionali in cui qualcosa va storto, una qualche forma di conoscenza misteriosa posseduta da un elettricista può ripristinare la consueta routine mattutina di sbadigli e pressioni sull’interruttore. Fin qui tutto bene. Preferiamo credere a qualcosa che funziona sempre – l’interruttore della luce e la conoscenza degli elettricisti – anziché a qualcosa che se mai funzionerà lo farà in maniera casuale e non riproducibile – la preghiera dello sciamano.

Torniamo però alla sfortunata mattina in cui siete rimasti al buio. Supponiamo che sia la prima volta in cui vi capita nella nuova casa – diavolo, e adesso? Devo portare i bambini a scuola, che cosa devo fare? – posso sentire la sfilza di considerazioni e immaginare le ansie che vi assalgono. Ho una domanda per voi – una domanda apparentemente futile: perché chiamate l’elettricista, se non vi è mai capitato prima? Chi vi garantisce che un elettricista sarà meglio di un avvocato? In altre parole, perché di fronte a una situazione nuova sapete già qual è la giusta scelta da fare? La risposta è che, contrariamente alla maggior parte degli animali, l’essere umano è in grado di affidarsi alle esperienze altrui.2 In breve, voi sapete che altri, dopo aver chiamato l’elettricista, hanno risolto il problema, mentre nessuno ha mai chiamato un avvocato in simili frangenti. Potete contare persino su conoscenze acquisite in epoche lontanissime da individui morti da tempo: sapete per esempio che per scaldare l’acqua del caffè una fiamma controllata è l’ideale, una conoscenza questa acquisita da individui di una specie diversa dalla nostra almeno 1,5 milioni di anni fa e tramandata fino a noi attraverso innumerevoli generazioni.

Proviamo a tirare le somme: per raggiungere uno scopo, vi affidate a un sapere che proviene dalla diretta esperienza della realtà, ottenuto in prima persona o per tramite di molti altri individui che hanno elaborato un di conoscenze includenti il fatto che la mattina, in caso di guasto elettrico, è meglio chiamare un elettricista che un avvocato e che per scaldare l’acqua è meglio accendere un fuoco che mettere un recipiente al sole. Inoltre, sebbene non possediate tutta la conoscenza inclusa in questo , vi fidate così tanto da pagare un individuo che ne padroneggia una specifica porzione non per apprendere o verificare i segreti dell’elettrotecnica, ma perché sia messa in opera nella vostra casa. Voi «credete» nella conoscenza di quell’uomo con la tuta blu che sta entrando in casa vostra. E la vostra fiducia è ben riposta, dato che l’interruttore riprende a funzionare dopo il suo intervento. Perché? Perché «credete» nell’elettricista e nella sua conoscenza, e perché la vostra fiducia risulta sempre ben riposta a meno che l’individuo che avete di fronte non sia un truffatore? Ecco che siamo arrivati a un punto cruciale. Esaminiamo quali potrebbero essere gli elementi alla base della vostra e della mia fiducia nella capacità degli elettricisti di riparare l’impianto di casa. Innanzitutto, come abbiamo visto, sappiamo dall’esperienza nostra o altrui che gli elettricisti generalmente risolvono il problema. Basta questo per «credere» in loro? Certo è buona norma affidarsi al senso comune e alle esperienze passate – una capacità tra l’altro profondamente radicata nel nostro cervello – ma se ci affidassimo solo alla regolarità con cui la comparsa di un elettricista è associata alla risoluzione di un problema elettrico finiremmo per credere che il canto del gallo causa il sorgere del sole perché lo precede ogni mattina. Dunque deve esserci altro.

Un ulteriore indizio che ci fa preferire un elettricista a un santone è quello che si chiama «controllo negativo»: non solo so che se arriva l’uomo in tuta blu la luce tornerà, ma anche che se al suo posto arrivasse un santone (oppure se non si presentasse nessuno) la luce non tornerebbe. Al contrario, se il gallo non canta, il sole sorge ugualmente: l’elettricista è necessario per la luce, il gallo no (preannuncia il sole ma non ne influenza il sorgere). Il potere del controllo negativo è proprio in questa domanda: cosa succede se un fattore regolarmente associato al presentarsi di un certo evento viene rimosso? L’evento si verifica ancora oppure cessa? Se voi o io osservassimo per un buon numero di volte che, dopo un periodo di buio, la luce di casa ritorna senza chiamare alcun elettricista, al presentarsi di un individuo in tuta blu che ci chiede soldi per riparare qualcosa forse saremmo esitanti – smetteremmo cioè di «credere» che egli sia necessario, proprio come facciamo per un santone che voglia invocare lo spirito delle lampadine nel nostro salotto.

Da un punto di vista tecnico, abbiamo verificato una stretta correlazione tra l’arrivo dell’elettricista e la fine dei nostri problemi, e contemporaneamente una correlazione tra la sua assenza e il perdurare del buio. Basta questo a credere negli elettricisti e pagarli per il loro lavoro? Non ancora.

Prima di mettere mano al portafoglio, volete essere certi che quell’uomo abbia davvero fatto qualcosa. Se per esempio l’elettricista avesse un complice nel vialetto di casa, pronto ad abbassare la leva dell’interruttore generale e a rialzarla dopo un’ora per simulare la riuscita dell’intervento di riparazione, voi vi sentireste giustamente truffati. Voi e io non ci limitiamo a chiamare un elettricista per la correlazione di cui abbiamo discusso poco fa; in caso di dubbi, prima di pagarlo, volete avere la certezza che lui con il suo lavoro sia effettivamente la causa del ritorno della corrente e non vi sia qualche sotterfugio. C’è un solo modo per scoprire se un elettricista vi sta imbrogliando: esaminare il suo lavoro e ricondurre il suo operato a qualche nozione di base di elettrotecnica. Se, per esempio, osservate che ricongiunge due cavi con una saldatura e subito dopo l’impianto torna a funzionare, ne deducete che il guasto consisteva in un’interruzione del circuito elettrico, che sapete deve essere chiuso per consentire alla corrente elettrica di circolare. Quindi avete osservato che una correlazione tra due eventi – il ritorno della corrente e la saldatura – è in accordo con una generalizzazione imparata a scuola: il fatto che i circuiti elettrici devono essere chiusi per funzionare.

Ecco perché credete negli elettricisti. Perché come voi e me, essi usano nozioni generali di un certo tipo per interpretare fatti particolari come l’interruzione del circuito elettrico di casa vostra. Non devono esaminare ogni singolo guasto come un caso unico e irripetibile, ma possono ricondurlo a una classe di fenomeni nota, così che, grazie a un insieme di poche generalizzazioni, sono in grado di risolvere ogni anomalia (o quasi).3 L’importante è che l’infinita varietà degli interventi di saldatura effettuati da innumerevoli elettricisti sia stata ricondotta a una legge generale – un circuito deve essere chiuso perché la corrente circoli.

E da dove saltano fuori queste leggi generali, se non dall’astrazione di un numero sufficiente di casi?

A questo punto bisogna fare una precisazione. Invece di aspettare un guasto, tentare una saldatura, osservare il risultato e attendere il guasto successivo fino a raggiungere un numero di casi sufficiente per tirare fuori una conclusione generale, un elettricista più sveglio di altri potrebbe decidere di costruire un circuito di prova, interromperlo e saldarlo centinaia di volte e così raggiungere il numero di casi sufficienti per elaborare una conclusione utile – invece di aspettare anni prima di avere una casistica sufficiente da esaminare. Provare in questo modo, invece di attendere il cumularsi di osservazioni fortuite, cioè (da cui il termine esperimento), è un enorme vantaggio perché consente di ottenere rapidamente un gran numero di quelle utili generalizzazioni su come funziona il mondo di cui si...



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